Roma. Un ‘Piano Marshall’- il disegno politico-economico che permise all’Europa di risollevarsi dopo la Seconda Guerra Mondiale con una iniezione di liquidità da miliardi di dollari – forse no, ma il turismo italiano, se vorrà ripartire dalle secche in cui lo ha costretto l’emergenza coronavirus, avrà bisogno, quanto meno, di un ‘Piano straordinario’ da parte del governo.
Ne sono convinti i vertici dell’Anci, l’associazione che raggruppa i Comuni italiani e che, proprio all’esecutivo, chiede l’adozione di un progetto, in tempi rapidi, per un comparto cruciale dell’economia nazionale che vale, insieme alla cultura, il 15% del Pil. In un Paese come l’Italia – che con 94 milioni di viaggiatori stranieri nel 2019 è risultato il quinto più visitato al mondo – lo strascico dell’infezione sul versante turistico rischia di essere pesantissimo: “Il Covid-19 – scrivono i primi cittadini in una lettera firmata dal presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari, e dal delegato al turismo, Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, indirizzata ai ministri Franceschini, Gualtieri e Boccia – avrà un impatto enorme sul turismo italiano.
Le prospettive per milioni di lavoratori e imprese non sono delle riduzioni in percentuale di reddito e fatturato, ma sono un presente e un futuro da cifra zero”. Per questo, argomentano, quello che serve “al più presto è un Piano straordinario”. D’altronde proprio il turismo è l’ambito economico ad essere “più colpito – scandiscono Decaro e Gnassi – perché è l’unico settore che non importa merci ma ‘importa’ viaggiatori, persone. E sono le persone ad essere colpite dal virus e dalla pandemia: le relazioni, le persone, gli spostamenti, sono quanto di più profondo il virus colpisce e limiterà”. E di fronte a una “vera e propria industria strategica”, proseguono i primi cittadini italiani, occorre che venga varato un piano d’azione di ampio respiro che “al di là dei condivisibili provvedimenti a favore dei lavoratori e delle imprese” già messi in campo dal governo “consenta di individuare le condizioni concrete per il sostegno” del comparto, visto che la “mancanza di un qualsivoglia articolo o provvedimento dedicato al sostegno del settore nel decreto ‘Cura Italia’ può essere comprensibile solo con la predisposizione di provvedimenti per l’industria del turismo, la più colpita, ora e in futuro, dalla pandemia”.
Provvedimenti mirati, indicano dall’Anci, a partire, dal ‘Bonus vacanza’, così da “stimolare la domanda interna” per arrivare, “al sostegno dei lavoratori stagionali, alla necessità di individuare forme di sostegno al credito e alla liquidità per le imprese del settore, fino all’individuazione e al sostegno di nuove modalità e organizzazione dei servizi, in relazione alla necessità di garantire qualità e sicurezza ai turisti”. In attesa di un Piano straordinario, i sindaci si esprimono poi a favore dell’istituzione del tavolo di crisi per il turismo “a cui l’Anci – dicono – non mancherà di dare il suo contributo, anche a partire da un lavoro di approfondimento e di messa a punto di proposte concrete che stiamo portando avanti all’interno delle nostre commissioni Turismo e Cultura”.