Pescara. In Abruzzo si teme per la carenza di posti letto in terapia intensiva. Sono infatti saliti a 813 i casi accertati di coronavirus. Nel giro di una settimana si è passati dai 263 agli 813, con un aumento di 550 casi. Il numero dei morti sale a 52, sei in più rispetto a ieri. Le persone gravi, ricoverate in terapia intensiva, sono
59. Nel numero dei casi positivi sono compresi anche 52 pazienti deceduti. Del totale, 248 pazienti sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva, 59 in terapia intensiva, altri 431 sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. Sedici i pazienti clinicamente guariti, sette quelli guariti.
Tamponi. Dall’inizio dell’emergenza in Abruzzo sono stati eseguiti 4.982 (+16%) e di questi sono risultati positivi il 16.32%.
Sono state ricoverate in terapia intensiva 59 persone (+3.5%) contro il +2.7% nazionale, mentre le persone malate attualmente in terapia intensiva sono il 7.99% rispetto al 6.07 % a livello nazionale.
Mortalità. Quello che comincia a preoccupare in Abruzzo sono la carenza di posti letto in terapia intensiva e il numero dei deceduti che corrisponde al 6.4%. Un dato più basso di quello nazionale il quale però subisce pesantemente il dato della Lomardia(13.83%). Un dato, però, quello dell’Abruzzo, più alto delle altre regioni, come il Veneto(4%) oppure il Lazio (5%), la Puglia (4.39%) o la Calabria (3.13%)
Contagi. Per quanto riguarda i contagi, in Abruzzo ieri c’è stato un aumento del +18%, secondo la Regione dovuto a uno stop parziale nel giorno precedente del centro regionale del laboratorio Asl di Pescara, contro un aumento molto più contenuto in Lombardia pari a +5.4% e del +7.5% nazionale. I malati ospedalizzati sono il 41.6% mentre quelli in isolamento sono il 58.4%.