L’Aquila. Nella bozza del monitoraggio settimanale sull’andamento dell’epidemia in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità ha inserito l’Abruzzo tra le regioni con un livello di rischio alto, assieme a Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia e Marche.
Sono 14 (contro le 10 della settimana precedente) le Regioni e province autonome con una classificazione di rischio moderato (di cui nove ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e solo una (Sardegna) con rischio basso (contro le sei della settimana precedente).
Mentre in Italia l’indice Rt medio si assesta a 1.06, in Abruzzo è 0.96. Dieci Regioni e province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1. La regione con l’Rt più alto è il Molise (1.25, compatibile con uno scenario di tipo 3), mentre la regione con l’Rt più basso è la Sardegna (0.67).
Per quanto riguarda le terapie intensive, il tasso di occupazione a livello nazionale è complessivamente in aumento (26% contro 24% della scorsa settimana). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in netto aumento da 2.146 (23 febbraio) a 2.327 (2 marzo; il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in aumento, passando da 18.295 a 19.570.
Si conferma per la quinta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio. Nella bozza di monitoraggio dell’Iss si ribadisce, anche alla luce dell’aumento sostenuto della prevalenza di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità, di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità. “Analogamente a quanto avviene in altri paesi europei” si legge nel report “si rende necessario, anche per la presenza di varianti, un rafforzamento/innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale al fine di ottenere rapidamente una mitigazione del fenomeno”.