Pescara. Il sindaco di Pescara Carlo Masci ha emesso nel pomeriggio di ieri un’ordinanza riguardante misure urgenti per la prevenzione del rischio da contagio da Covid 19. Il provvedimento conferma le prescrizioni contenute nella precedente disposizione, la n. 43 del 19 marzo, con il divieto assoluto – allo scopo di limitare gli effetti della pandemìa – di tutte le attività motorie e sportive all’aperto sull’intero territorio comunale, se non in prossimità della propria abitazione e giustificate da motivi di salute adeguatamente certificati.
L’andamento attuale della curva del contagio e le gravi difficoltà che la Asl di Pescara sta affrontando per fronteggiare l’enorme numero di pazienti che affluiscono presso gli ospedali della provincia di Pescara, e in particolare nel nosocomio del capoluogo, non consentono infatti alcuna deroga di sorta di fronte all’evidenza di una fase emergenziale che non è ancora superata; in aggiunta a questo, va tenuto presente che il regime di permanenza nelle proprie abitazioni si sta dimostrando l’unico metodo che permette di limitare la diffusione del Coronavirus. Per questa ragioni, nel testo del provvedimento si ribadisce l’importanza di restare in casa, con le sole deroghe legate alla necessità di fare la spesa alimentare, di acquistare farmaci e per attività lavorative che non è possibile sospendere; in ogni caso sono già noti i comportamenti da seguire in ordine alle distanze interpersonali, alle pratiche di igiene individuale, al divieto assoluto di assembramenti in particolare in luoghi pubblici all’aperto e/o aperti al pubblico, alla necessità di indossare sempre mascherina e guanti durante le operazioni di approvvigionamento alimentare e in tutte le circostanze permesse ma in cui si rende necessario entrare in contatto con altre persone.
<Riguardo alla questione sollevata da numerosi genitori – ha dichiarato il sindaco Masci – che si sono rivolti agli uffici comunali per chiarimenti sulla possibilità di portare i bambini fuori di casa nei pressi della propria residenza, la mia ordinanza non lo prevede se non vi sono ragioni comprovate da un certificato medico. È in effetti quanto lo stesso ministro dell’Interno ha specificato ieri, superando qualche dubbio di interpretazione sulla circolare di 48 ore fa>.