Chieti. Il laboratorio di genetica molecolare del centro studi e tecnologie avanzate dell’università “D’Annunzio” di Chieti-Pescara, diretto da Liborio Stuppia, da oggi è pronto a eseguire il test di diagnosi del Covid-19. Il laboratorio, che a regime potrà eseguire 250 test al giorno, ma con previsione di raddoppiare il numero velocemente, nella fase iniziale si concentrerà sui sospetti positivi e sul personale della Asl Lanciano Vasto Chieti, il cui direttore generale, Thomas Schael, ha avuto un ruolo importante nel promuovere il centro universitario affinché fosse coinvolto nell’analisi dei tamponi.
A Chieti, quindi, si comincia a lavorare anche sugli asintomatici: una svolta nell’approccio alla verifica dei possibili contagi generati dal contatto con persona positiva. I test, che saranno eseguiti sul personale, ripetuti a cadenza periodica in caso di esito negativo, permetteranno diagnosi precoci e tempestive, fondamentali per contenere il contagio e assicurare l’assistenza ai pazienti solo con operatori sani.
“Finalmente riusciamo a proteggere al meglio anche i lavoratori della nostra azienda, solo grazie al coinvolgimento del laboratorio di Chieti” spiega Schael. “La sinergia con l’università è fondamentale: ho chiesto di sviluppare, in uno step successivo, anche la ricerca sul fronte immunologico, per verificare se le persone contagiate risultano poi immuni al Covid-19. Desidero, però, ringraziare il laboratorio di riferimento di Pescara, diretto da Paolo Fazii, per l’incessante e prezioso lavoro che svolge con professionalità per tutti noi”.
“Facciamo test molecolari inizialmente per uno screening sugli operatori sanitari” chiarisce Stuppia “e con i reagenti che abbiamo in dotazione possiamo effettuare i primi 4.000 test, con copertura temporale di due settimane. Ma siamo già pronti a rifornirci di altri reattivi per fare fronte a una richiesta che, sono sicuro, aumenterà in tempo breve”. Il team di Stuppia si avvale anche della collaborazione di Giovanni Di Bonaventura, professore associato di microbiologia clinica dell’ateneo.
Ecco come si lavorerà sui tamponi: si procederà all’inattivazione virale all’interno di una cabina di sicurezza biologica, seguita dall’estrazione dall’acido nucleico per terminare con la fase di amplificazione del numero di copie dei geni che si stanno cercando. La positività viene identificata con la presenza sul campione estratto di due o tre geni del Coronavirus.