L’Aquila. “È una situazione drammatica quella in cui versa la RSA di Villa Dorotea, a Scoppito, le cui sorti
si decideranno nelle prossime ore. Proprio nelle prossime ore, infatti, se non si troverà una
soluzione, la struttura dovrà essere sgomberata, con conseguente trasferimento degli
ospiti ivi ricoverati chissà dove, e chiusa. Tanto che il sindaco di Scoppito, stanti i fatti, ha
emesso un’ordinanza che prevede la prossima sospensione dell’attività della struttura se non
verrà trovata una soluzione adeguata alle esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici e delle
persone ricoverate. Ed in effetti, quella che sembra essere l’unica soluzione passerebbe da un
nuovo affitto di ramo d’azienda della RSA sita nell’immobile di proprietà della società Gardenia,
della famiglia Vittorini, società che, però, disdetto il precedente contratto per inadempimento,
non pare più intenzionata, ad oggi, a stipulare alcun contratto di affitto con nessuna azienda.
Fatto, questo, che determinerebbe l’impossibilità, per i lavoratori e per le lavoratrici, di
continuare a fornire il servizio assistenziale all’interno dell’immobile che ospita attualmente
Villa Dorotea.
Si rischia, quindi, di vanificare tutti gli sforzi e il sacrificio dei lavoratori e delle lavoratrici della
RSA che, nonostante non percepiscano la retribuzione da oltre tre mesi, con spirito di
abnegazione, con coscienza e responsabilità, hanno garantito a tutte le persone fragili e malate
ricoverate nella struttura la continuità assistenziale. Ciò vale a dire che se la struttura chiude,
non solo i lavoratori e le lavoratrici perderebbero il posto di lavoro e gli ospiti ricoverati si
ritroverebbero trasferiti in altre strutture, anche distanti rispetto alla dimora dei propri
familiari, ma il comune di Scoppito perderebbe una struttura storica, con riflessi negativi
anche sul sistema sanitario provinciale.
Invero, i pazienti ricoverati presso la struttura sono, nella maggior parte dei casi, afflitti da
pluripatologie, anche croniche, di difficile gestione per la coesistenza di problematiche
sanitarie e socio-assistenziali, che, senza la RSA di Villa Dorotea, verrebbero gestiti con
difficoltà dei familiari e dei sanitari, affollando, peraltro, con tutta probabilità, ospedale e
pronto soccorso. Pazienti che, va detto, già lontani dalle loro case a causa delle loro condizioni
psicofisiche, avevano trovato, nei luoghi della RSA, un ambiente ormai familiare, fatto di
persone conosciute e fidate e che, oggi, invece, corrono il rischio di essere trasferiti chissà dove,
con l’eventualità che le patologie già preesistenti si aggravino ulteriormente. Pertanto, invece
che mantenere la continuità assistenziale tra l’ospedale e l’offerta socio-sanitaria territoriale, le
circostanze attuali pregiudicano coloro che vivono in condizioni di cronicità, fragilità o
disabilità, che, specialmente se non autosufficienti, dovrebbero essere curati attraverso
l’integrazione tra il servizio sociale e quello sanitario.
Senza contare che Villa Dorotea è una struttura accreditata dalla Regione Abruzzo per 48 posti
letto, di cui, al momento, ne risultano occupati circa 30, nonostante la domanda di ricoveri in
residenze per anziani sia in crescita. Infatti, le condizioni economico-finanziarie della
Cooperativa, che detiene l’accreditamento, impediscono l’occupazione dei posti disponibili, a
discapito di un territorio già carente di strutture adeguate e in totale spregio della continuità
assistenziale tra l’ospedale e l’offerta socio-sanitaria territoriale. Quindi, la situazione
critica in cui versa la Cooperativa San Rocco mette a rischio non solo i posti di lavoro del
personale impiegato attualmente presso la RSA, ma anche i posti letto accreditati e, soprattutto,
la salute dei pazienti ricoverati, senza alcun serio e concreto intervento da parte delle
istituzioni e della politica. Istituzioni e politica che, invece, dovrebbero essere le assolute
protagoniste e le artefici delle azioni a difesa della collettività, dei perimetri occupazionali, del
diritto al lavoro e al salario e della salute dei cittadini e delle cittadine della Provincia
dell’Aquila.
Vista l’attuale e assoluta emergenza in cui versa la struttura, chiediamo a gran voce alle
istituzioni e alla politica di intervenire immediatamente non solo a tutela dell’interesse
della collettività intera e del personale impiegato presso la Cooperativa, ma anche per la
salvaguardia del diritto alla salute delle persone fragili e malate attualmente ricoverate, anche
a mezzo della convocazione d’urgenza della V Commissione Consiliare Salute, Sicurezza Sociale,
Cultura, Formazione e Lavoro della Regione Abruzzo, come da noi già richiesto lo scorso 04
dicembre.