“Con l’internalizzazione del servizio – spiegano in una nota Marco Russo, segretario provinciale Fesica Chieti, e Marcello Vivarelli, segretario provinciale Fesica-Confsal L’Aquila e Teramo -, non è stata rispettata la clausola sociale che avrebbe garantito la continuità occupazionale di tutte le operatrici. Soltanto due operatrici su dodici hanno avuto la ‘fortuna’ di poter continuare a lavorare”.
“Parliamo di figure fondamentali come quella di psociterapeuta sistemica, impegnate nel settore della dipendenza da gioco d’azzardo, in cui vengono aiutate moltissime persone – proseguono Russo e Vivarelli -. E adesso, dopo un anno di lavoro, professioniste molto preparate vengono lasciate in mezzo a una strada insieme alle persone seguite in un percorso terapeutico delicatissimo”.
“Non si può inoltre trascurare – continuano gli esponenti Fesica-Confsal – la possibilità che dietro questa internalizzazione si nasconda un affidamento ‘mascherato’ del personale a un’agenzia interinale. Vogliamo sapere dalla Asl come si sia agito per arrivare a lasciare senza lavoro un personale che avrebbe dovuto e potuto continuare a lavorare grazie all’applicazione di una norma, quella sulla clausola sociale, che è nata proprio per evitare certi disastri in un mondo del lavoro già rovinato dalla piaga del precariato”.
“Si tratta, in ogni caso – concludono Russo e Vivarelli -, di un tema che va affrontato a livello regionale. Il precariato e la disoccupazione che da esso può scatutire possono essere tolti di mezzo soltanto internalizzando, correttamente e senza fare ‘figli e figliastri’, tutti i servizi delle Asl abruzzesi”.