Avezzano. Massimo Cialente, Katia Agata Spera e Giustino Parisse hanno parlato in un panel dei retroscena della ricostruzione post sisma.
Ad aprire il dibattito Massimo Cialente, ex sindaco dell’Aquila “cittadini che sopravvivono ancora agli effetti del 6 aprile 2009, abbiamo avuto una ricostruzione a velocità diverse e ad oggi abbiamo una situazione a cimabella dove le periferie sono tornate attive e il centro storico, cuore della città, è ancora un cantiere.”
Quello dell’Aquila è stato il primo caso in cui venne colpito come epicentro di un sisma una città capoluogo di regione. Si parlò di oltre 30000 sfollatti solo residenti all’Aquila. Pensando alla città come ad un paziente di lunga degenza la convalescenza dell’Aquila non si è gestita nel migliore dei modi.
La prima opzione fu spostare tutti gli uffici aquilani in città vicine, spostando quindi non solo gli uffici fisici ma anche i lavoratori.
In un secondo momento si pensó di dare possibilita ai cittadini di ricostruire la propria casa.
La difficoltà nei lavori pubblici è stata molta a causa dei tempi della macchina burocratica.
“L’aquila rispetto al terremoto del centro Italia è stata un miracolo, alla fine abbiamo perso 700 abitanti.-ha continuato Cialente -“È preoccupante invece la situazione di realtà come Campotosto dove sono rimasti 50 anziani ancora nei map, aspettando le casette provvisorie.”
Ad oggi non esiste ancora una legge quadro per emergenze come queste e per la gestione dei post emergenza.
Ha seguito all’intervento di Cialente, l’assessore del comune di Avezzano Katia Agata Spera. L’assessore ha illustrato l’idea di creare una mappatura di tutta la città per attestare quali abitazioni e quali edifici sono effettivamente a rischio, pubblico e privati, e quindi fare interventi di prevenzione.
Infine con il giornalista Giustino Parisse si è parlato di come fu testimone della catastrofe attraverso la sua professione e di come sono stati spesi i fondi per la ricostruzione, del loro uso per le tendopoli e per le sistemazioni provvisorie. Non solo ricostruzione fisica ma anche stampa e ricostruzione “Nessuna testata né telegiornale raccontò i fatti per come erano realmente accaduti” ha commentato Cialente riguardo all’uso dei fondi per la ricostruzione e la costruzione dei map.