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Continuità assistenziale primaria: previsto nuovo modello organizzativo

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
16 Marzo 2023
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Pescara. “La Regione Abruzzo, nell’ottica di incrementare la continuità assistenziale primaria sul territorio, ha adottato il programma per l’attivazione delle AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e delle UCCP (Unità Complessa di Cure Primarie), nel quale è prevista la sperimentazione di un modello organizzativo che coinvolga i medici dell’ex continuità assistenziale: costoro non lavoreranno solo tra le 20 e le 24 per effettuare le visite domiciliari, ma verranno impiegati anche nelle attività diurne, collaborando sia nelle AFT sia in reparti ospedalieri a bassa intensità assistenziale o nell’assistenza nelle fasi terminali della vita di pazienti oncologici”.

È quanto dichiarano i Commissari di maggioranza della Commissione Sanità del Consiglio regionale, riunitasi questa mattina.

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“L’assessore regionale, Nicoletta Verì, audita in merito – comunicano – ha precisato che l’articolo 38 dell’attuale Accordo collettivo nazionale, sottoscritto lo scorso anno, conferma il massimale di 1.500 assistiti, con la possibilità per le Regioni di portarlo a 1.800 solamente per un periodo di 6 mesi in situazioni ben definite; ad oggi, però, non è stato concluso l’AIR (Accordo integrativo regionale) con i sindacati di categoria ma è stata istituita, lo scorso gennaio, una delegazione trattante per l’approvazione dello stesso, su cui è stato avviato anche un tavolo tecnico con le organizzazioni sindacali per arrivare a una bozza condivisa. A tal proposito sono state trasmesse alle ASL le circolari esplicative nei mesi di dicembre e febbraio”.

“Per quanto riguarda le modifiche apportate all’articolo 12 del cosiddetto Decreto Calabria, al momento non è giunta nessuna richiesta da parte dei tirocinanti in formazione di accedere a percorsi a tempo parziale. Sono due le possibili motivazioni – concludono i rappresentanti del centrodestra – la prima è il raddoppio della durata del corso di formazione, che passerebbe da 3 a 6 anni (in quanto la normativa non consente di abbreviare i tempi del percorso); la seconda è l’impossibilità di partecipare ai bandi per l’assegnazione di incarichi convenzionali, con il riconoscimento delle attività prestate. Ovviamente la Regione è disponibile a organizzare corsi a tempo parziale, laddove pervenissero delle richieste”.

Tags: cure primariefine vitasanità abruzzo
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