Pescara. “In data odierna le scriventi Segreterie regionali hanno inoltrato al Presidente della Regione Abruzzo, all’Assessore allo Sviluppo Economico e Turismo, al Direttore del Dipartimento regionale per lo Sviluppo Economico e Turismo, al Presidente del Consiglio Regionale, al Presidente della III Commissione consiliare regionale, al Collegio dei Liquidatori del Consorzio Industriale CH PE, ai Sindaci dei Comuni di Pescara, Chieti, San Giovanni Teatino, Manoppello, Rosciano, Tocco da Casauria, Bolognano, Castiglione a Casauria, Loreto Aprutino, Città Sant’Angelo, Ortona, ed a Confindustria Chieti Pescara, una nota per chiedere un intervento immediato e risolutivo della situazione in essere nel Consorzio Industriale di Chieti e Pescara.”
Così si legge in un comunicato diffuso oggi dalle Segreterie regionale di Fp Cgil Abruzzo e Molise, Cisl Abruzzo e Molise e Ugl.
“Il Consorzio industriale di Chieti Pescara ha competenza sul territorio di ben 11 comuni: Pescara, Chieti, San Giovanni Teatino, Manoppello, Rosciano, Tocco da Casauria, Bolognano, Castiglione a Casauria, Loreto Aprutino, Città Sant’Angelo, Ortona ed è a servizio di circa 600 aziende produttive che inevitabilmente subiscono danni economici e di immagine per il blocco totale di ogni attività del Consorzio.
Ben tre pignoramenti presso terzi hanno di fatto bloccato totalmente la gestione di servizi quali la manutenzione delle strade, acquedotti, pubblica illuminazione ed altro, attività tutte essenziali per le imprese insediate.
A questo si aggiunge il blocco del pagamento dei fornitori, delle utenze, dei canoni di affitto, delle imposte ecc. circostanza che ha innescato reclami e ulteriori contenziosi.
I dipendenti, otto unità in organico, non percepiscono le retribuzioni dal mese di Maggio 2022, con grave danno economico alle rispettive famiglie. Dal 1° gennaio non sono erogati neppure i rimborsi delle spese, anticipate dai lavoratori stessi, per carburante per effettuare sopralluoghi, incontri, interventi sulle strade etc.. Stiamo parlando di famiglie, in molti casi monoreddito, che hanno in corso prestiti e mutui, per altro in un momento di
grave crisi economica, messe in ginocchio e private di ogni forma di sostegno anche per le più elementari necessità.
Il riordino delle Aree produttive è stato sancito dalla Legge regionale n.23/2011 attraverso l’istituzione dell’ARAP. Diversamente dalle intenzioni del legislatore però la legge è stata applicata solo in parte ed infatti
ARAP ha assunto la gestione di TUTTE le aree produttive della Regione Abruzzo ad eccezione di quelle a oggi affidate al Consorzio Industriale di Chieti e Pescara, nel mentre posta in liquidazione. L’area della Val Pe-
scara ( il 40% delle aree produttive presenti in regione) è stata tenuta fuori dalla gestione Arap e oggi, a distanza di 11 anni, dopo la nomina di Presidenti, numerosi liquidatori e revisori, la situazione in essere è ormai drammatica.
La Regione Abruzzo non ancora assume provvedimenti e da oltre un anno, il 29/07/2021, è stato assegnato alla Terza Commissione consiliare regionale il Progetto di Legge regionale n°212/2021: “Modifica art. 1 della L.R. n. 23/2011 – Riordino delle funzioni in materia di aree produttive” la cui adozione potrebbe sbloccare la situazione descritta consentendo una regolare gestione delle attività di istituto e la corretta retribuzione dei lavoratori. Ogni tentativo o proposta tentata al fine di completare il passaggio delle attività e dei dipendenti in Arap in tutti questi anni non ha sortito alcun effetto nonostante i diversi pareri espressi dalla stessa Avvocatura regionale che in più occasioni ha tracciato la via per risolvere la questione anche attraverso il richiamato provvedimento legislativo.”
“Le scriventi sigle sindacali”, conclude il comunicato, “hanno pertanto chiesto l’immediato intervento del presidente Marsilio, dell’Assessore D’Amario e di tutti i destinatari a tutela degli interessi dei territori, delle aziende, dei lavoratori e delle loro famiglie affinché con urgenza si concretizzino azioni per garantire stabilità delle retribuzioni ai lavoratori e dei servizi e la convocazione urgente di una riunione sindacale dedicata.”