L’Aquila. “La riduzione della pena e la revoca della interdizione dai pubblici uffici è stata determinata esclusivamente dalla intervenuta prescrizione dei reati commessi ‘sino al 30.09.2008’”.
E’ la precisazione del docente dell’Università dell’Aquila Sergio Tiberti, in riferimento alle dichiarazioni dell’ex rettore dello stesso Ateneo, Ferdinando Di Orio, sulla sentenza della Corte di appello di Roma che nei giorni scorsi ha condannato l’ex rettore a 2 anni e mezzo di carcere per induzione indebita proprio nei confronti dello stesso Tiberti, suo ex amico.
In primo grado il Tribunale di Roma aveva condannato Di Orio a tre anni, in seguito alla quale è stato sospeso dall’insegnamento e dallo stipendio. L’ex rettore aveva chiesto di riduzione della pena e di essere giudicato dopo la Cassazione.
“Dunque, Di Orio – spiega Tiberti in una nota – si è giovato esclusivamente del tempo trascorso fra la sentenza di primo grado e quella di appello, inoltre, la provvisionale non è stata affatto ridotta visto che la Corte, pur dichiarando la prescrizione dei reati commessi sino al 30.09.2008, ne ha comunque riconosciuta la piena sussistenza agli effetti civili.
Di Orio è stato altresì condannato – conclude Tiberti – alla rifusione delle spese di lite maturate nel grado di appello”.