L’Aquila. Compie 101 anni Ferdinando Tascini, nato a Todi ma da tempo residente a Città di Castello, l’ultimo carceriere di Benito Mussolini a Campo Imperatore sul Gran Sasso. Momenti che il carabiniere ancora ricorda perfettamente come la rocambolesca liberazione del duce. “Erano le 14.30 del 12 settembre 1943 – sottolinea attraverso una nota diffusa dal Comune – e non ero di turno.
Stavo nella mia camera ed a un certo punto sentii gridare che erano arrivati i tedeschi e mi affacciai dalla finestra. ViVoleva sapere chi fossero se americani o tedeschi. La sensazione era che Mussolini aspettasse più gli americani dei tedeschi”. Tascini ha festeggiato il 101/o compleanno nella residenza di famiglia sulle colline tifernati, con figli nipoti e bisnipoti. “Se sono arrivato fin qui – dice – lo devo al buon Dio, poi alla mia famiglia, la vera essenza della vita, il luogo dove sono vissuto, la campagna, il buon cibo e tanto, tanto lavoro”. di un aliante che era già atterrato e c’era un ufficiale con la mitraglietta pesante rivolta alla mia finestra. A quel punto sono stato fermo e aspettavo ordini, se impugnare le armi o arrenderci. Dopo ci ordinarono di scendere disarmati e arrenderci. Vidi tutti lì. I tedeschi avevano già circondato l’albergo, strinsero il cerchio e provarono a disarmare un ufficiale ma furono fermati dal tenente Faiola. Ormai il nostro compito finiva lì e con noi si comportarono abbastanza bene. Poi mi ricordo una cosa: quando atterrarono gli alianti, Mussolini si affacciò ma non vedeva chi c’era. Tascini non nasconde ancora un sogno da esaudire, quello di poter stringere la mano al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, definito “punto di riferimento e orgoglio per tutti noi come il tricolore e la Costituzione”. A Tascini il sindaco di Città di Castello Luca Secondi e la giunta a nome dell’intera comunità hanno rinnovato oggi gli auguri più sinceri ed affettuosi per il traguardo di vita raggiunto: “Buon compleanno Ferdinando”.