L’Aquila. “È sempre più difficile ritenere soddisfacente il comportamento del parlamento e del panorama politico per quanto riguarda le aspettative dei Lavoratori del Comparto Sicurezza. Alle parole di vicinanza e di comprensione delle nostre esigenze segue sempre quel vuoto normativo che non traduce le parole in fatti. Quest’anno è cominciato con il licenziamento di una legge sulla sindacalizzazione militare che ha umiliato le attese per una legge equa, quantomeno in linea con quella di cui godono già le Forze di Polizia civili, ma nessuna forza politica, nessun parlamentare, ha votato contro, certificando le contraddizioni che impediscono una tutela costituzionale dei nostri Diritti” così, in una nota, Roberto Di Stefano, segretario generale aggiunto del Nuovo Sindacato Carabinieri.
“La stessa distanza che viene dimostrata anche alla fine di quest’anno con la legge di bilancio – continua Roberto Di Stefano, segretario generale aggiunto del Nuovo Sindacato Carabinieri – che sembra non prevedere nessuna norma che aiuti economicamente gli sforzi quotidiani che ognuno di noi mette in campo. Non si parla di detassazione degli straordinari o delle indennità (ai limiti del ridicolo nella loro quantificazione) e che danno ragione ai Carabinieri che vogliono fare solo le ore previste per poi dedica, giustamente, il suo tempo agli affetti e a sé stesso. Non si parla di stanziamenti per coprire i danni causati dalla mancata previdenza complementare, quelli necessari a darci gli stessi parametri del resto dei lavoratori della pubblica amministrazione in modo da compensare adeguatamente e in maniera dignitosa i decenni dedicati alla sicurezza delle Comunità. Attendiamo la definizione in tempi rapidi del ddl 161 per tradurre le parole in fatti, vogliamo rimanere comunque fiduciosi”.
“È la stessa lontananza del nostro comando generale, che continua a ignorare il contributo che sindacati autonomi come il Nuovo Sindacato Carabinieri sono in grado di fornire perché vivendo le difficoltà dei Carabinieri, sono in grado di ascoltare e raccogliere assertivamente le criticità che sempre più incidono sulla serenità e sulla nostra efficienza. La territoriale vive da anni una deficienza organica drammatica. Abbiamo nuclei radiomobili che non riescono a fornire il servizio sulle 24 ore e che devono essere coperti dalle stazioni che, a loro volta, non possono essere vicino alle loro comunità, limitando le ore di apertura al pubblico e, conseguentemente, il contatto e la prossimità ai Cittadini nelle loro aree di responsabilità. Abbiamo alti dirigenti, responsabili delle regioni, che ormai costretti dalle nostre denunce a riconoscere il problema e ad ammettere che nei prossimi due anni la carenza sarà ancora più accentuata a causa delle richieste di pensione delle generazioni arruolatesi nella seconda parte degli anni 80, ma che, di di fatto, non danno soluzioni, né accettano la partecipazione dei sindacati come se non fosse loro responsabilità rispondere alle necessità e intervenire per riorganizzare una struttura con forti difficoltà organizzative, e, allo stesso tempo, fornire serenità ai Carabinieri e a contribuire a una mobilità richiesta dalle esigenze familiari moderne, che ricercano la possibilità di cambiare luoghi per soddisfare sia l’aspetto della realizzazione professionale sia le possibilità di crescita e di opportunità per i nostri figli. Ma questo fa parte della incapacità momentanea dello stato maggiore a comprendere quanto sia importante e funzionale avviare in maniera costante il processo partecipativo che solo i sindacati autonomi possono garantire, proprio per il progresso di una istituzione indispensabile alla nostra società. Senza dimenticare le situazioni di disagio causate anche da azioni disciplinari usate ancora e solo come esercizio di potere da quei dirigenti che ancora pensano di vivere in sistemi feudali. Abbiamo ancora Colleghi che hanno denunciato situazioni drammaticamente pericolose e che vengono perseguiti nonostante il loro impegno per la giustizia; questo non è più tollerabile, denunceremo questi fatti pubblicamente e attraverso richieste di interrogazioni parlamentari, non ci saranno più sconti nella nostra direzione sindacale”.
“Per questo – conclude Roberto Di Stefano – l’augurio di un sereno Buon Natale è esclusivamente per tutti i Carabinieri che sono vicini al Popolo, nonostante le difficoltà, e che continuano a credere alla importanza della nostra professione sociale, che continuano a mantenere quel briciolo di passione per vestire con orgoglio quel pantalone con la banda rossa che identifica e ricorda il sacrificio. Resistiamo, il prossimo anno sarà l’anno nel quale le ipocrisie verranno cancellate dal confronto non più procrastinabile”.