Roma. La Commissione bicamerale di inchiesta che si sta interessando della scomparsa di Mirella Gregori (7 maggio 1983) e di Emanuela Orlandi (22 giugno 1983) ha ascoltato, nella giornata di ieri, 27 giugno, i magistrati all’epoca impegnati nelle indagini sulle vicende, ora in pensione. Dopo l’audizione di esperti, familiari e amiche delle quindicenni scomparse, l’organismo presieduto da Andrea Di Priamo ha convocato Adele Rando, giudice istruttore dal 1990 al 1997, e il predecessore Ilario Martella, titolare delle indagini sul caso Orlandi dal 1985 al 1990, oltre che di quella sull’attentato a papa Wojtyla, posto in essere da Mehmet Ali Ağca il 13 maggio 1981.
Lo scenario del giudice Martella
“Io credo che le due ragazze, come avviene normalmente nei sequestri, vengono dopo breve tempo sacrificate. Non c’è maggior pericolo che rimanga in vita una persona che potrebbe essere testimone fondamentale della vicenda”, ha affermato Ilario Martella nel corso dell’audizione, specificando che, secondo lui, le due vicende sarebbero strettamente collegate. “Chi telefonò nel bar di Gregori risulta abbia la stessa voce dell’Americano’, ci sono connessioni che fanno ritenere che i due episodi siano collegati.” È quanto riporta il Tempo relativamente all’ipotesi proposta dall’ex magistrato.
“Si sono serviti di documenti, di vestiti”, ne avrebbero preso nota prima di utilizzarli, “facendo credere alle famiglie (di Mirella ed Emanuela, ndr) che erano in vita ma era una tragica presa in giro“, ha continuato.
“Ci sono elementi che inducono fondatamente a ritenere che le due ragazze sono state sacrificate a qualche cosa di incredibile ma che si può definire ragion di Stato. Io ritengo che ci si trovi, come ebbe a dire Giovanni Paolo II nell’abitazione della famiglia Orlandi, davanti a un intrigo internazionale“, ha continuato Martella.
Intrigo internazionale nell’ambito del quale l’attentato al Papa potrebbe costituire “un punto di partenza”. È “emerso che sin da 1982 la Bulgaria era molto preoccupata di poter essere coinvolta nell’attentato al Papa”, ha spiegato l’ex magistrato.
Secondo Martella, il collegamento con i casi Gregori e Orlandi risiederebbe quindi nella volontà di “determinare una disattenzione totale” e una “sorta distrazione di massa. E chi poteva porre in essere una simile operazione? Non era certo una cosa di bassa manovalanza tipo la banda della Magliana ma serviva che le cose venissero fatte con altissima qualità professionale”, da un’organizzazione “quale era la Stasi all’epoca.” “Questa operazione di distrazione di massa doveva fare in modo di creare episodi su cui attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica”, ha concluso.
Uno scenario suggestivo e inquietante, che la Commissione passerà al vaglio, tra gli altri, in cerca di possibili riscontri.
“Non provato il movente politico-terroristico”
Certo, il magistrato subentrato a Martella, Adele Rando, giudice istruttore negli ultimi sette anni della prima inchiesta giudiziaria (1983-1997), su richiesta del sostituto procuratore generale Giovanni Malerba, firmò la sentenza istruttoria di proscioglimento, depositata il 19 dicembre 1997. All’epoca, ricorda il Corriere della Sera, le indagini si erano impegnate a percorrere la pista turco-tedesca e quella di Bolzano. Secondo quest’ultima, sulla base di due testimonianze si era ipotizzato che Emanuela fosse stata fatta transitare appunto per Bolzano, prima del trasferimento all’estero. Tra gli indagati, un funzionario del Sismi di stanza a Monaco ma residente a Merano e un terrorista da taluni indicato come secondo esecutore dell’attentato di piazza San Pietro, appartenente, come Ağca, all’organizzazione neonazista turca dei “Lupi grigi”.
Le conclusioni cui approdò il giudice Rando furono diverse da quelle di Martella. In un comunicato stampa diffuso pochi giorni prima che il presidente Ciampi concedesse la grazia ad Ağca, nel giugno 2000, dichiarò: “In qualità di giudice istruttore di Roma, dopo ben sette anni di indagini, ho ritenuto privo di sufficiente riscontro probatorio il movente politico-terroristico dell’ipotizzato sequestro di persona di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, in base agli argomenti dettagliatamente esposti in sentenza depositata.”
L’inchiesta continua.