Pescara. “Fin dall’inizio abbiamo seguito con attenzione il processo di formazione del comune di Nuova Pescara, ben coscienti dell’impatto che questa evoluzione nel governo del territorio avrà sui cittadini e sulla vita quotidiana di tutti noi” scrive in un comunicato stampa il Comitato di quartiere di Pescara.
“La creazione di un municipio che fonderà Pescara, Montesilvano e Spoltore in un unico grande comune di quasi duecentomila abitanti rappresenta una sfida ma anche un’opportunità. Ma allo stesso non possiamo non temere che possa anche penalizzare aree come la nostra, che da tempo scontano scarsa attenzione e azione poco incisiva da parte delle nostre amministrazioni comunali.
Abbiamo seguito con interesse la ripresa del processo di fusione, e in particolare la recente assemblea degli amministratori dei tre Comuni su questioni essenzialmente tecniche, che riguardano il funzionamento della macchina amministrativa. Ma al di là di questi aspetti fondamentali, e parallelamente ad essi, riteniamo imprescindibile avviare anche una riflessione politica più profonda sul ruolo di Nuova Pescara nello sviluppo delle zone periferiche.
Siamo convinti che la nascita del nuovo comune sarà una grande opportunità se accompagnata da una forte volontà di rilancio dello sviluppo di tutta l’area amministrata. Ciò sarà possibile solo se le nostre periferie, da sempre tenute in scarsa considerazione, saranno oggetto di nuovi e ambiziosi, ma soprattutto concreti, piani di sviluppo. Nuova Pescara non deve essere mero accorpamento di tre territori che restano compartimenti stagni e si dividono risorse per soddisfare i centri dei tre ex comuni. Non deve diventare un Comune che abbia l’attuale Pescara come centro, Montesilvano e Spoltore come nuove periferie e, quelle che oggi sono le periferie di Pescara, a partire dalla nostra Rancitelli, declassati a territori ancor più periferici e ancor meno considerati.
Se Nuova Pescara vorrà essere davvero anche una “Grande Pescara”, e il comune una nuova grande comunità e non solo una somma di residenti, che si inizi da subito una riflessione profonda e sentita sui piani di recupero e di sviluppo delle periferie, e si prenda definitivamente coscienza che i problemi di un quartiere sono problemi di un’area più vasta, che va ben oltre Rancitelli.
Oggi scontiamo immobilismo e promesse non mantenute su questioni per noi di primaria importanza, che sono sotto gli occhi di tutti, dai palazzi Clerico all’installazione di un sistema di videosorveglianza, tanto per citarne un paio. Non vogliamo trovarci tra due anni con gli stessi problemi e una minore possibilità di essere ascoltati”.