Sulmona. I comitati cittadini per l’ambiente e il Comitato Morrone Sulmona Valle Peligna tornano a ribadire la loro netta contrarietà all’insediamento della Get Energy, progetto che prevede la realizzazione di un impianto per il trattamento dei rifiuti nella conca peligna.
“Non ci sono vantaggi per il territorio, solo rischi”, affermano le associazioni ambientaliste, ricordando come fin dal novembre 2023 sia stata chiesta al Comune un’assemblea pubblica sul tema, mai convocata. Secondo i comitati, la precedente amministrazione comunale guidata da Gianfranco Di Piero si era espressa con favore nei confronti dell’iniziativa, incontrando a Palazzo San Francesco i rappresentanti della società.
“Un atteggiamento” sostengono i promotori della mobilitazione, “in continuità con quello che la classe politica locale porta avanti da 25 anni, autorizzando o favorendo solo industrie ad alto impatto ambientale: dall’inceneritore di rifiuti ospedalieri La Coccinella, alla cava e all’inceneritore proposti dal gruppo Toto, passando per il metanodotto Snam, la turbogas Metaenergia e le criticità legate al Cogesa”.
I comitati denunciano inoltre la mancanza di trasparenza da parte della stessa Get Energy: “Perché negare che si tratta di un inceneritore, quando sono loro stessi e la normativa vigente a definirlo tale? Perché secretare le informazioni sulle emissioni, nascondendosi dietro il cosiddetto segreto industriale? La trasparenza è condizione necessaria quando si parla di salute pubblica”.
Secondo gli oppositori, la Valle Peligna, già gravata dalle emissioni della centrale Metaenergia e dal futuro impianto Snam, non potrebbe sostenere ulteriori fattori di inquinamento, soprattutto in un territorio montano soggetto a inversione termica. “Oltre alle emissioni in atmosfera” aggiungono, “ci sarebbero da considerare l’inquinamento derivante dal traffico dei camion, i rischi per il trattamento di rifiuti speciali come copertoni e scarti industriali e le problematiche legate allo smaltimento delle ceneri”.
Sul piano occupazionale, le ricadute sarebbero “minime” a fronte di conseguenze ambientali “pesantissime”. Inoltre, l’arrivo di rifiuti da altre aree rischierebbe di trasformare Sulmona e la Valle Peligna in “uno dei più grandi immondezzai d’Abruzzo”.
Il Coordinamento Per il Clima – Fuori dal Fossile conclude con un interrogativo: “Se la pirolisi è davvero una tecnologia così avanzata e promettente, perché in Italia non esiste ancora alcun impianto di questo tipo?”.