Anche quest’anno, puntuale, torna la barbara usanza pasquale di uccidere agnellini e capretti. Cuccioli che belano, piangono come neonati umani, strappati alle madri, a tre settimane di vita.
Tullio Solenghi, attore e imitatore, ha deciso di prestare volto e voce a chi voce non ha, promuovendo una campagna di sensibilizzazione che urli tutto lo sdegno verso una mattanza che si consuma da decenni. E non serve a nulla la divisione nei due opposti “schieramenti” carnivori-vegetariani/vegani, che nei talk show si insultano a vicenda, riempiendosi di improperi. Perché qui ciò che fa differenza è la sensibilità. O la non sensibilità.
Ciò che accade, all’epoca del Coronavirus, rende ancora più aberrante il rituale: il direttore generale della Sanità animale, Silvio Borrelli, ha stabilito, con una circolare, che i poveri animali debbano “sostare” fino a tre giorni e tre notti, ammassati nei camion che diventano doppiamente anticamere della morte, davanti ai mattatoi, in barba alle leggi che tutelano, anche in quei frangenti terribili, il benessere animale. Una via crucis che li porterà alla morte per sgozzamento, appesi a dei ganci. Il Comitato Tutela Diritti Animali, insieme a tantissimi cittadini, ha voluto ringraziare Solenghi per il gesto nobile, di grande empatia con il mondo animale.
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