L’Aquila. “Abbiamo dovuto gestire una situazione molto complessa, in questa vicenda tutto, ogni fase, ha funzionato come doveva, a partire dal sistema di emergenza territoriale: in particolare a dare la chance determinante al giovane è stato l’intervento, ineccepibile, della collega del 118 che in montagna ha
tracheotomizzato il paziente che poi è stato trasferito. E’ vivo per miracolo”.
Così il prof. Franco Marinangeli, direttore dell’Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, sul caso a lieto fine del giovane 28enne colpito da un fulmine sul Gran Sasso lo scorso 27 agosto, insieme a due amici rimasti illesi, per il quale oggi è stata sciolta la prognosi con il trasferimento dalla rianimazione al reparto di degenza breve. Con la prospettiva di tornare a casa, a Tivoli, nel giro di qualche giorno. “Il recupero ha visto una strada in salita, abbiamo gestito ogni fase al meglio – spiega ancora Marinangeli -. Per fortuna non ci sono stati danni cerebrali, per giorni abbiamo avuto questo timore. Il giovane respira autonomamente e parla con buona fluidità. Il ritorno a casa sarà veloce. Il recupero sarà graduale visto che devono essere curate le ferite causate dalla scarica e deve continuare la riabilitazione. Ma siamo fiduciosi”.
Marinangeli fa una considerazione sulla necessità di prevenzione: “ogni anno ci sono 24mila morti nel mondo a causa dei fulmini e questo è dovuto al fatto che con i cambiamenti climatici all’improvviso il tempo cambia e arrivano inondazioni e nubifragi – spiega -. Prima di andare in montagna bisogna vedere bene le previsioni, equipaggiarsi adeguatamente ed affidarsi ad esperti. Consiglio di evitare di andare in giro con il maltempo. Se colpiti da un
fulmine si rischia molto. Come successo a questo giovane che si è salvato miracolosamente”.