L’Aquila. Piovono colpi di mortaio ed altre armi da fuoco in un Parco nazionale e in una Zona di Protezione Speciale dell’Unione Europea, dove volano grifoni, aquile, falchi pellegrini. Succede a Monte Stabiata, vicino la frazione aquilana di Collebrincioni. Dopo tante proteste il Comando Militare Esercito Abruzzo ha depositato la documentazione con lo Studio di Incidenza Ambientale che dovrà essere esaminata dal Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo, previo parere dell’Ente Parco del Gran Sasso e Monti della Laga. Cittadini, associazioni ed enti possono presentare osservazioni entro il 3 luglio.
Basterà leggere la descrizione fornita nel sito WEB della regione per capire quali possono essere gli impatti “L’area addestrativa di Monte Stabiata è un poligono occasionale a cielo aperto. È gestito dal Comando del 9° reggimento alpini “L’Aquila” che a sua volta dipende dalla Brigata alpina Taurinense di stanza in Torino. Il poligono ha una superficie totale di circa 3378 ettari, di cui circa 2/3 del demanio e 1/3 appartenente a privati cittadini. Il poligono è ubicato a nord-nord est dell’abitato di L’Aquila, in località Collebrincioni e occupa una parte di Monte Stabiata, tra la frazione aquilana e i cosiddetti “Coppi di Aragno”, la montagna a sud di San Pietro della Jenca. Nel comprensorio di Monte Stabiata è possibile svolgere le seguenti attività, fino a livello di compagnia:
– lancio di bombe a mano;
– lezioni di tiro con armi portatili individuali e di reparto, diurne e notturne;
– tiri con mortai;
– esercitazioni a fuoco di plotone fucilieri appiedato, diurne e notturne, durante le quali vengono effettuate in combinazione le attività sopraelencate.”
– lancio di bombe a mano;
– lezioni di tiro con armi portatili individuali e di reparto, diurne e notturne;
– tiri con mortai;
– esercitazioni a fuoco di plotone fucilieri appiedato, diurne e notturne, durante le quali vengono effettuate in combinazione le attività sopraelencate.”
La Stazione Ornitologica Abruzzese presenterà le proprie osservazioni contrarie ed auspica una vasta mobilitazione contro questa attività militare che dovrebbe essere considerata un vero e proprio anacronismo in un’area protetta nazionale. Pensare che un colpo di mortaio oppure il transito di mezzi cingolati sia sostenibile in un sito di valore internazionale per la biodiversità e la Natura in genere è un controsenso.
Tra l’altro gli impatti delle attività svolte finora sono del tutto evidenti, da quelli palesi come le tracce dei mezzi cingolati sopra i pascoli a quelli più subdoli come la contaminazione da metalli pesanti. Infatti in tre dei venticinque punti dove sono stati raccolti campioni di suolo, poi analizzato direttamente dai militari, è stato riscontrato il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione per il piombo. Si è quindi reso necessario un procedimento di bonifica dei suoli. Su questo aspetto sono stati chiesti approfondimenti sui limiti utilizzati, visto che sono stati considerati quelli per le “zone industriali” (1.000 mg/kg) che sono 10 volte i limiti per le aree a verde (100 mg/kg).