L’Aquila. Dalla terapia con gli asini a quella con gli alpaca abruzzesi, la Fattoria Italia rappresenta la nuova frontiera dell’agricoltura sociale con la capacità di offrire servizi e assistenza alle categorie più deboli, a partire dai disabili, proponendo un modello di welfare agricolo sostenuto da quasi 8 italiani su 10 (77%) che vedono nelle campagne un’opportunità per l’inclusione di persone in condizioni di svantaggio sociale o sanitario.
Ad affermarlo è un’analisi di Coldiretti su dati Censis diffusa in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, con asini, cavalli, mucche, pecore e conigli, portati questa mattina a San Pietro (Roma) assieme all’Aia (Associazione Italiana Allevatori) per la tradizionale benedizione. Tra i tanti agricoltori e allevatori anche una delegazione di abruzzesi, capitanati da Cristiana Lauriola, Delegata di Coldiretti Giovani Impresa Pescara.
L’interazione con gli animali è uno degli aspetti più importanti del welfare rurale, un approccio innovativo che unisce – spiega Coldiretti Abruzzo – l’agricoltura alle pratiche sociali, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale, il benessere e lo sviluppo sostenibile. L’interazione con gli animali, in particolare, può portare a numerosi benefici, sia a livello fisico che psicologico. Un esempio sono le attività di pet therapy che aiutano a ridurre lo stress, l’ansia e la depressione.
“In Abruzzo sono tante, soprattutto tra i giovani agricoltori, le aziende che stanno sviluppando questo tipo di attività – spiega Cristiana Lauriola, 30 anni, laureata in lettere e titolare di una fattoria didattica a Serramonacesca in cui vengono allevati alpaca e altri animaletti “socializzati” che interagiscono con i bambini di tutte le età – si inizia con la conoscenza degli animali per passare al contatto, alla carezza e alla cura fino ad arrivare alla realizzazione di percorsi pedagogici e didattici. L’incontro con gli animali può migliorare l’equilibrio, la coordinazione e la forza muscolare, oltre a favorire lo sviluppo dell’autostima e delle capacità relazionali”. Insieme alle fattorie sociali, è quindi importante anche il lavoro delle fattorie didattiche che, con specifici percorsi, dall’incontro con gli animali favoriscono nei più piccoli lo sviluppo di competenze sociali, cognitive ed emotive.
Assieme alla attività prettamente terapeutiche e didattiche, gli allevamenti rappresentano anche un’opportunità di integrazione nella comunità di individui a rischio di esclusione che vengono coinvolti attivamente in progetti agricoli in cui apprendono competenze pratiche e sociali che possono facilitare il loro inserimento occupazionale. “L’agricoltura – sottolinea Coldiretti Abruzzo – ha contribuito in modo significativo al miglioramento della qualità della vita di migliaia di persone, che hanno ricevuto formazione e, in molti casi, sono stati presenti quotidianamente nelle aziende agricole. Di fronte alle attuali difficoltà del welfare a far fronte alla dinamica crescente di bisogni sociali sempre più articolati, la discesa in campo delle imprese agricole – conclude Coldiretti – portatrici di valori di solidarietà e, al contempo, con capacità operative di tipo manageriale, può dare un contributo rilevante. In Abruzzo abbiamo fattorie didattiche e fattorie sociali di eccellenza, conosciute come nel caso di Rurabilandia in tutta Italia per storia e progetti ma soprattutto per il lavoro di recupero ed integrazione di portatori di disabilità”.