L’Aquila. Dolore e sgomento della comunità per la scomparsa del 32enne Mauro Mannucci, caporal maggiore scelto dell’esercito italiano in forza al 9° Reggimento Alpini, in seguito a un incidente avvenuto lungo la Statale 80 in località Cermone alle porte dell’Aquila. Il giovane doveva sposarsi a settembre. Secondo le prime ricostruzioni la vittima, mentre percorreva la Statale 80, sarebbe stata investita da un’auto alla cui guida c’era un 55enne di Barete, rimasto illeso ma soccorso dai sanitari a causa dello shock. Il giovane era molto conosciuto all’Aquila e nella zona, anche perché svolgeva attività di soccorso sulle piste da sci a Campo Felice. La notizia della sua morte è circolata velocemente in tutta la città e in caserma, lasciando increduli e sbigottiti tutti i militari del 9° reggimento.
“
#rispettateiciclisti, meritiamo più rispetto, rischiamo ogni giorno la pelle per la nostra passione”, aveva scritto qualche anno fa
Mauro Mannucci sul proprio profilo Facebook, invocando un maggior senso di responsabilità da parte degli automobilisti verso i ciclisti. ” C’è chi si allena in una campo sportivo, chi in una palestra o ancora in una pista d’atletica, c’è chi scia in mezzo alla natura, chi nuota in una piscina, ognuno di questi liberi di godersi il proprio momento con la leggerezza che merita la passione per lo sport. Un ciclista deve condividere il proprio luogo di allenamento con le automobili, anzi siamo spesso ospiti indesiderati, e credeteci questo non ci rende affatto felici. Convivenza difficile quella tra una bicicletta e delle auto che sfrecciano a forte velocità. Ogni uscita è accompagnata da colpi di clacson e in alcuni casi da insulti e imprecazioni, quando va bene. Non ho mai capito perché un mezzo meccanico che non inquina e fa bene alla salute viene considerato un appestato della strada. Mi sono detto, eppure siamo l’anello debole di questo far West, rischiamo la pelle ogni giorno, a una macchina se va male si graffia una fiancata, chi pedala invece se va bene se la cava con qualche ossa rotta. Ma poi ho pensato che forse un po’ ci invidiano, invidiano quel senso di leggerezza e libertà che solo una bicicletta sa darti, invidiano il nostro sorriso e la nostra felicità. Ed è lì che ho capito che forse se ci fossero meno macchine e più bicicletta vivremo tutti la vita con più serenità e leggerezza”.
Migliaia i messaggi di cordoglio apparsi nel web nelle scorse ore. “Ragazzo di straordinaria bontà e serietà lascia un grande vuoto in quanti lo hanno conosciuto e stimato. Alla famiglia Mannucci ed alla compagna Alessia Langella le condoglianze e l’abbraccio affettuoso del rugby aquilano ed abruzzese”, scrive sulla propria pagina Facebook il Comitato Regionale Abruzzo Fir per scomparsa di Mannucci, anche ex atleta del Cus L’Aquila, dell’Aquila Rugby e della Gran Sasso Rugby.
“Sarà difficile abituarsi ma impossibile dimenticare, buon viaggio amico mio”, scrive Fabrizio Fracassi, caporale maggiore scelto del 9 reggimento alpini dell’Aquila.
