Pescara. È un messaggio di “pace e serenità” quello partito oggi dalla sala consiliare del Comune di Pescara dove, nel giorno del Santo Patrono San Cetteo, sono state consegnate le benemerenze civiche dei Ciatté d’Oro e dei Delfini d’Oro a chi si è distinto particolarmente, e sono state conferite le cittadinanze ad alcuni giovani “che vivono a Pescara e sono il nostro futuro”, ha detto il sindaco Carlo Masci in apertura di cerimonia. “Mettiamo insieme chi ha fatto tanto e chi si prepara a fare, e credo che questa sia la cosa più bella”, ha proseguito il sindaco di fronte al Consiglio comunale, riunito dal presidente Gianni Santilli, e a una sala gremita.
“Pescara è sempre stata una città aperta e accogliente, che ha costruito il suo futuro sulla contaminazione e oggi, in un momento difficilissimo, di guerre, questo deve essere un messaggio di pace e serenità che parte da Pescara”, ha detto ancora Masci, sottolineando che “in passato non c’era una cerimonia del genere per le cittadinanze, che avveniva in una stanza anonima. E invece io credo che lo dobbiamo ai tanti pescaresi e abruzzesi che sono andati all’estero e hanno fatto tanto. Io lo faccio per mio padre, che ha costruito un percorso nei quarant’anni trascorsi in Venezuela, che mi ha permesso di essere sindaco: lo faccio per amore suo e per amore della città”.
Quest’anno sono stati 19 i cittadini insigniti dei riconoscimenti: 2 Delfini d’Oro, 12 Ciatté d’Oro e 5 Ciatté d’Oro alla memoria, scelti dalla Commissione dei Saggi composta da Nicola Mattoscio, Alberto Massignani, Augusto Di Luzio, Giulia Basel, Gianfranco Visci, Silvestro-Silvio Profico, Miriam Severini, Dante Marianacci, Piergiorgio Landini, Cornelia Francesca Berardinelli, Luciana Vecchi e Michela De Amicis.
Masci li ha ringraziati uno a uno, specificando che “non è facile scegliere chi premiare: dobbiamo escluderne sempre qualcuno e ci dispiace molto. Io ne premierei molti di più, perché Pescara non ha blasoni ma ha grande passione in ogni sua componente”.
La cerimonia si è svolta durante il Consiglio comunale solenne, riunito dal presidente Gianni Santilli, che ha aperto la seduta straordinaria sottolineando che “la festa di San Cetteo è per Pescara molto più di una ricorrenza religiosa: è un tempo di comunità, in cui la memoria si intreccia con la gratitudine, e la nostra città si riscopre unita attorno ai valori che ne hanno forgiato l’anima — la solidarietà, la laboriosità, l’apertura al futuro.
I Ciatté d’Oro e i Delfini d’Oro sono premi che non si limitano a celebrare il successo individuale, ma che riconoscono un legame: quello autentico, profondo e spesso commovente con la propria comunità. Ogni premiato, nel proprio ambito, ha portato con sé un frammento di Pescara, contribuendo a farla conoscere e amare oltre i suoi confini.
Grazie per aver reso la nostra città più viva, più orgogliosa, più bella. Grazie per essere testimoni concreti di ciò che Pescara sa essere e sa dare”, ha detto Santilli.
Subito dopo, nel suo intervento, Masci ha aggiunto: “Oggi celebriamo anche la fede in Pescara, la nostra città, una città che non è mai stata facile ma che è sempre stata viva.
Siamo la città che è nata due volte, unita da un fiume e da un sogno tenace di grandezza che continua ancora: una città di costruttori, di gente che ogni giorno fa Pescara. Premiamo chi ha resistito, chi ha creato, chi ha piantato un seme, chi ha alzato un’impresa, chi ha scritto una pagina che prima non esisteva, chi ha guardato al futuro con occhi originali, chi è stato un visionario e ha trasformato i suoi sogni in realtà.
Il lavoro dei premiati ci ricorda le parole di un nostro grande concittadino, il poeta Gabriele D’Annunzio, che parlava di “vivere ardendo e non bruciarsi mai”. Questa è l’anima pescarese: l’ardore di chi non si accontenta, la passione che alimenta ogni successo, la forza di chi ha sempre un progetto nuovo.
Voi siete la prova che Pescara è una città che non aspetta il futuro, ma lo anticipa; siete l’eccellenza che ci permette di guardare al domani con l’energia del primo giorno. Siete lo sportivo che vince per il talento e la disciplina dell’impegno costante, l’artista che con la sua opera ci rappresenta e ci fa vivere emozioni uniche, il medico che, notte dopo notte, onora il giuramento fatto.
Grazie. La vostra luce è la luce della nostra città”.
A chi ha ricevuto la cittadinanza, il sindaco ha detto: “Questo non è un semplice pezzo di carta. È un patto, è un abbraccio tra due mondi. È la scelta di legare il vostro destino al nostro, di mescolare la vostra storia, la vostra resilienza, il vostro sorriso con il vento che soffia sul Ponte del Mare.
“Il futuro ha un cuore antico per poter battere meglio”, diceva Flaiano, e oggi voi siete il futuro di Pescara. Portate con voi la ricchezza di cuori antichi che battono in modo nuovo, dando alla nostra comunità una prospettiva più ampia, più globale, più forte.
Il vostro essere parte da lontano, con la vostra presenza, ci insegna la lezione più importante: Pescara è un luogo dove si può ricominciare. Un luogo che, nonostante le difficoltà, ha la capacità di far sentire a casa chiunque porti in sé la voglia di costruire e di amare.
Ai nuovi e vecchi pescaresi chiedo di non smettere mai di guardare in alto, di non smettere mai di osare, perché questa è l’essenza della nostra “pescaresità”. Come dice Don Ciotti, siate eretici, abbiate il coraggio di avere più coraggio. L’eccellenza che premiamo oggi non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza”.