L’Aquila. “Rettitudine, professionalità e indipendenza sono qualità non negoziabili ma che soprattutto non si barattano. Coloro i quali se ne fanno portatori, hanno davanti a sé due categorie di persone: quella che li detesta e che farebbe di tutto per annientarli e un’altra che li stima e li elogia. Io, nel mio piccolo, rientro nella seconda e, per questo motivo, esprimo totale vicinanza e solidarietà alla redazione della testata giornalistica abruzzese Primadanoi che mercoledì scorso, dopo tredici anni di giornalismo pulito, documentato e che a moltissimi ha dato fastidio, ha purtroppo cessato di offrire un utilissimo servizio alla collettività. Avere l’orgoglio di possedere la schiena dritta ha causato un’altra vittima. Da sette giorni a questa parte l’Abruzzo, sul fronte dell’informazione degna di questo nome, ha subìto una grave battuta d’arresto”.
Leandro Bracco interviene nell’ambito di quanto accaduto la scorsa settimana quando il primo quotidiano online della storia della nostra regione ha cessato l’attività rendendo “sempre meno florido il panorama del giornalismo abruzzese”. “Diverso tempo fa – afferma l’esponente di Sinistra Italiana – ho avuto modo di conoscere colui il quale è stato il direttore di Primadanoi ossia Alessandro Biancardi. Ho apprezzato da subito la sua integrità morale ma soprattutto il suo modo di fare giornalismo. Una modalità improntata alla ricerca, attendibilità delle fonti ma soprattutto totale autonomia e terzietà rispetto alle classiche lobby di potere che in Abruzzo hanno un’incisività tutt’altro che irrilevante”. “Ho appreso con sconcerto e notevolissimo rammarico – continua Bracco – la notizia secondo la quale, dopo quasi un quindicennio di ottimo giornalismo e a partire dallo scorso 26 settembre, le pubblicazioni fornite da Primadanoi sarebbero cessate. Purtroppo quanto accaduto a questa testata giornalistica è l’ennesima dimostrazione di quanto in Italia sia pressoché impossibile fare informazione e, al contempo, essere totalmente slegati a qualunque tipo di potere”.
“I giornalisti di Primadanoi – evidenzia Bracco – hanno giustamente bastonato i potenti di turno quando li hanno scovati o con le mani nella marmellata oppure a fare i moralisti solamente nelle abitazioni altrui e non, prioritariamente, a casa propria. Il fatto inoltre di avere cercato e, in moltissimi casi, trovato diversi scheletri negli armadi di personaggi pubblici ha purtroppo lasciato il segno. Raccolta pubblicitaria più che discreta nell’ambito nazionale ma assai limitata se si considera esclusivamente il contesto abruzzese. Proprio in Abruzzo infatti – sottolinea Bracco – il concetto di verità è ancora lungi dall’essere considerato una pietra miliare della società. Moltissime volte la verità storica non corrisponde a quella giudiziaria emersa nelle aule dei Tribunali. Ciononostante, forse per pigrizia o per amore del quieto vivere, moltissimi di noi hanno preferito far finta di non vedere fatti che gli ottimi giornalisti di Primadanoi rendevano pubblici carte alla mano”.
“La mia stima incondizionata a tutti i redattori e collaboratori di Primadanoi – rimarca il Consigliere segretario – che per 13 anni hanno percorso la strada della verità e dell’obiettività nonostante ai marginidella stessa, sia da un lato che dall’altro, fossero presenti pletore di leccapiedi dei potenti di turno, raccomandati di ogni sorta, moralisti solo a casa altrui che in tutti i modi hanno tentato di fermare o quantomeno attenuare la potenza devastante che ha avuto, ha e sempre avrà il concetto di verità”. “Il mio auspicio è che tutte le persone che hanno dato vita e animato l’ottima redazione che è stata Primadanoi possano nel più breve tempo possibile trovare un’altra realtà informativa nella quale profondere il proprio impegno e il proprio amore per il mestiere di giornalista. Ne va – conclude Leandro Bracco – della crescita in primo luogo morale che deve essere la stella polare di ogni società degna di questo nome”.