Pescara. Il pozzo di Ombrina Mare è stato chiuso con successo dalla ditta scozzese Zenith Energy per conto della Rockhopper Exploration con un procedimento di ‘plug and abandonement’ tappa e abbandona costato 250 mila sterline, circa 300 mila euro. A renderlo noto è la ricercatrice della California State University, Maria D’Orsogna, da sempre contraria alla petrolizzazione dell’Adriatico e di altri mari, che ha ricordato che il pozzo è stato chiuso “grazie a noi, gente normale”. “A causa dell’attuale crisi nel settore petrolifero spiega la ricercatrice il prezzo è considerato estremamente favorevole. Il direttore delle operazioni della Zenith Energy, Chris Collie, ha annunciato che era il loro primo progetto di rimozione di piattaforma ed è stato tutto programmato ed eseguito in cinque mesi”. “Chiudere un pozzo prosegue la D’Orsogna non è un gioco facile. È costoso, delicato, ci vuole personale competente. Occorre innanzitutto immettere quantità sufficienti di fanghi pesanti nel sottosuolo in modo che gli idrocarburi ed altro materiale presente nel pozzo non possano tornare in superficie, anche quando le valvole che ne controllano l’erogazione saranno smantellate. Il metodo preferenziale, e quello usato per Ombrina, è il cosiddetto bullhead a testa di toro. I fanghi di chiusura vengono forzati nel pozzo fino a che gli idrocarburi e altre formazioni (acque di scarto, fluidi di perforazioni precedenti, gas) vengono respinti in profondità, nel giacimento iniziale. Sono stati poi rimossi dei cablaggi detti slickline e wireline e il cosiddetto ‘Christmas Tree’, le valvole di erogazione e manopole di controllo a mo’ di albero di Natele. La Zenith ha infine cementificato il pozzo in modo definitivo, tagliato e rimosso rivestimenti interne delle pareti del pozzo e smontato l’infrastruttura visibile dalla superficie del mare”. Secondo la Zenith, “Ombrina era particolarmente delicata a causa delle alte concentrazioni di idrogeno solforato rimaste nel pozzo e perché durante il bullheading potevano esserci sbalzi di pressione, ma è andato tutto bene”.