Pescara. Il presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo Lorenzo Sospiri esprime “sconcerto per il trattamento riservato alla mia persona”, con “ricadute distruttive nella mia vita privata, personale e familiare”.
Il riferimento è all’inchiesta del giugno 2023 della Procura di Pescara per un presunto giro di mazzette e droga nel settore Lavori Pubblici al Comune di Pescara, il cosiddetto ‘Caso Trisi’, per il quale fa sapere di aver ricevuto l’avviso di conclusione indagini. “Nell’ambito di questa inchiesta – chiarisce Sospiri in una lunga nota – mi si contesta il fatto che il 15 settembre 2022 una società privata ha eseguito il pagamento di una cena elettorale, al prezzo di 400 euro, in favore di un ristorante di Pescara; pagamento che, per l’accusa, non sarebbe stato deliberato dall’organo sociale di quella società, nonostante fosse volto, sempre secondo l’accusa, a sostenere la mia campagna elettorale come candidato a senatore alle politiche del 2022”. “Si tratta di un’accusa completamente infondata – prosegue – Tengo a precisare, e lo dimostrerò in ogni sede, che non ho organizzato la
cena in questione, né personalmente né indirettamente né ho accettato che qualcuno la organizzasse a mio
vantaggio. Tra l’altro erano presenti altri esponenti politici, rimasti del tutto estranei al procedimento che mi
vede coinvolto.
La cena, cui non ho preso parte, è stata frutto di iniziativa autonoma assunta da un privato, in modo indipendente e assolutamente non concertato con la mia persona. Sono intervenuto, in qualità di invitato,
alle 18.15 circa, per un tempo massimo di trenta minuti”. Sospiri ricorda tra l’altro, nella nota, di aver subito,
“nell’ordine, le intercettazioni telefoniche delle mie chiamate, il sequestro del mio telefono cellulare e un
accesso della polizia giudiziaria presso l’agenzia di viaggi cui mi ero rivolto perché organizzasse la mia lista
nozze. Per come mi è stato riferito – racconta – la p.g. ha svolto l’accesso finalizzato all’acquisizione della lista
nozze e dei bonifici disposti dagli invitati durante l’orario di lavoro e alla presenza dei clienti di quell’attività
commerciale”. “Conservo la fiducia nella volontà degli organi inquirenti – chiude Sospiri – di attuare un laico
confronto volto a chiarire definitivamente ogni aspetto del mio operato”.