Chieti. Si rivolge alle persone in condizioni di povertà estrema il progetto “PrInS”, finanziato dal Ministero e che consente al Comune di Chieti, che vi ha partecipato, di ampliare, in collaborazione con le associazioni del territorio, la rete dei servizi sociali erogati alle fasce più fragili della popolazione.
Il progetto, finanziato con 134.000 euro, è stato illustrato in conferenza stampa dal sindaco Diego Ferrara, dall’assessore alle Politiche sociali Mara Maretti e dai rappresentanti delle associazioni Papa Giovanni XXIII, Teatelier e del Gruppo del volontariato Vincenziano Chieti.
“Da quando ci siamo insediati, anche a causa dell’emergenza sanitaria e adesso l’emergenza caro bollette, ci siamo trovati nella situazione di dover attivare una rete di supporto agli adulti in condizione di fragilità”, ha detto l’assessore Maretti. “Il primo passaggio è stata la creazione del Pronto intervento sociale, che ci ha portato a erogare molte risorse l’anno scorso e l’anno prima, adesso stiamo potenziando questa rete attraverso il progetto PrInS, che come Comune ci permette di arricchire questa rete non solo potenziandola, ma”, ha continuato, “finanziando servizi che sono livelli essenziali di prestazioni sociale.
“E adesso ampliamo con il Centro servizi gestito dall’associazione delle Vincenziane, con la mensa, le docce, la possibilità di lavare gli indumenti e la consulenza legale, con la Capanna di Betlemme ampliamo l’sos sociale 24 ore su 24, per i cittadini che finora si potevano rivolgere solo alle forze dell’ordine, con un numero di telefono di riferimento per poter comunicare direttamente con l’amministrazione e con la rete delle associazioni. Con Teatelier ci occuperemo del reinserimento sociale ovvero un servizio di attivazione di strategie di inclusione delle persone e delle famiglie in condizioni di povertà per aiutarle nella ricerca del lavoro. Non è soltanto un insieme di interventi di tipo assistenziale”, ha concluso Maretti, “ma una vera e propria presa in carico che ha l’obiettivo di emancipare dalla condizione di bisogno e quindi cominciare a vedere la luce in fondo al tunnel”.