Non possiamo pubblicare i sondaggi delle ultime ore a causa del silenzio scattato 15 giorni prima del voto, ma faremo un’analisi sulle conseguenze a cui porterebbero quei dati.
Secondo i sondaggi pubblicati fino a oggi, il centrodestra sommato (Fdi, Lega e Fi) è in vantaggio e dovrebbe vincere con una maggioranza assoluta di seggi sia alla Camera che al Senato.
Gli avversari principali del centrodestra (Pd, M5s e Terzo polo) si presentano divisi e ovviamente il Rosatellum penalizza chi corre da solo all’uninominale.
Ne consegue che se il centrodestra arrivasse al 42.1 % dei seggi proporzionali, dovrebbe ottenere ben il 65% dei seggi maggioritari per conquistare la maggioranza assoluta.
Se invece raggiungesse al 45% dei seggi proporzionali, basterebbe il 60% dei maggioritari per ottenere la maggioranza dei seggi e governare autonomamente.
Per semplificare il discorso, diciamo che per fermare il centrodestra, impedendogli di raggiungere la maggioranza assoluta (senza senatori a vita), e cioè 101 seggi, i tre partiti avversari (Pd+M5s+TerzoPolo) dovrebbero vincere in 31 collegi uninominali e accaparrarsi 31 seggi.
Questa ipotesi è per ora stata scartata da tutti i sondaggi letti fino a ieri. Tanto più che neanche gli altri piccoli partiti, come quelli di Paragone e Calenda, potranno ottenere seggi uninominali. E infatti sono coscienti del fatto di dover puntare solo sul proporzionale.
Quindi si tratta di una tornata elettorale dal voto già scritto?
Non proprio.
C’è il fattore sorpresa che incombe sul voto e che spaventa il centrodestra.
Questo fattore si chiama M5s.
Maggioritario. Il Movimento di Conte viene dato negli ultimi mesi in continua crescita da tutti gli istituti. Se questa escalation non si fosse fermata, allora le cose potrebbero cambiare. Al M5s servirebbe un 30-35% di voti in alcune regioni, magari quelle del sud, per strappare al centrodestra qualche collegio uninominali. Non a caso Conte è sceso in Puglia per fare una campagna elettorale all’attacco. Quindi se Conte portasse a casa 10-15 seggi uninominali, sommandoli a quelli del Pd si potrebbe arrivare a un ribaltamento e il centrodestra non avrebbe la maggioranza. Il problema è che in quel caso neanche il centrosinistra avrebbe la maggioranza.
Proporzionale. Anche in questo caso potrebbe esserci un altro fattore sorpresa.
In questo caso però si chiama Terzo polo.
Se al proporzionale infatti il centrodestra scendesse sotto il 41%, magari perché il terzo polo o il partito di Paragone dovessero succhiare qualche seggio, allora al centrodestra per governare senza problemi servirebbe un risultato più incisivo al maggioritario.
Insomma, di certo non c’è nulla. come sempre quando si vota.