L’Aquila. Oggi abbiamo voluto riaccendere un riflettore sui ritardi nella ricostruzione delle case popolari Ater e sul degrado che alcuni quartieri della nostra città vivono in assenza di un progetto di riqualificazione e recupero, ritenendo utile l’avvio di un processo inclusivo e partecipativo che accresca la consapevolezza rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile a livello locale.
Quartieri vuoti e nel degrado sono la manifestazione plastica di come sono le persone, le famiglie e le comunità a fare le città e lì dove manca una programmazione di ricostruzione, di destinazione abitativa degli immobili disponibili, di servizi pubblici da rendere alle persone i territori si svuotano e aumentano marginalità e disgregazione sociale. E’ necessario superare l’attuale atteggiamento teso ad estemporanee idee di recupero e rilancio senza una vera e propria programmazione coerente con i bisogni della comunità, affrontando seriamente e coerentemente le problematiche abitative, partendo dagli inquilini, dalle studentesse e dagli studenti, dalle fragilità che si sono manifestate in questi anni, superando ritardi ed inefficienze nella ricostruzione dell’edilizia pubblica e popolare affinché si possa riconoscere alle persone il diritto all’abitare. Bisogna riprendere un ragionamento organico, trasparente e partecipativo che delinei un ruolo funzionale e praticabile per tutto quanto già realizzato in un ottica anche di abbattimento della dispersione insediativa che risulta, tra l’altro, essere diseconomica per le famiglie e l’Amministrazione. Per queste ragioni va delineato:
– Un piano di recupero dei pochi nuclei del Piano CASE/MAP rifunzionalizzabili, riportando a suolo agricolo tutti quelli in contrasto con la tutela idrogeologica e con la microzonazione sismica;
– Un recupero mirato delle poche “casette a tempo” sanabili da ricucire al tessuto urbanistico esistente e legittimo;
– Il recupero organico immediato di tutti gli alloggi Ater con qualificati materiali a bassa manutenzione e soprattutto innestando efficienti tecnologie per l’energia alternativa, proposta già avanza per gli alloggi ERP di S. Gregorio e che oggi proponiamo anche per Valle Pretara. In tale ottica è necessario capire la reale consistenza delle risorse disponibili da investire e per quanto tempo saranno disponibili tali risorse;
– Un vero e proprio piano per l’accoglienza delle studentesse e degli studenti, recuperando complessi ed edifici in prossimità delle strutture universitarie o ricadenti in centro storico;
– istituzione di un fondo regionale a sostegno delle famiglie con fragilità economiche e sociali che dia ristoro sia rispetto agli affitti che ai consumi.
– Un coerente assetto della rete trasportistica e dei servizi (annullati e da riconfermare), inquadrati in una sempre più urgente Variante organica al PRG.
– Per Valle Pretara Nuova lavoriamo concretamente a integrare e innestare nuove idee come il parcheggio con attraversamento posto sulle pendici ed un Polo direzionale, sportivo ed energetico nell’area ATER, che risulta essere quella maggiormente baricentrica verso le urbanizzazioni a nord della città.
Per assicurare una concreta attuazione di tali obiettivi è necessario riattivare un serrato confronto con il Ministero, la Regione Abruzzo, l’Ater e l’USRA affinché assicurino il necessario supporto, anche economico, affinché si possa realizzare un funzionale cronoprogramma condiviso che porti, al più presto, alla ricostruzione di tutti gli alloggi residui con il necessario adeguamento tecnologico/energetico.