Chieti. “Da un lato ci sono lavoratori del trasporto urbano di Chieti che in un contesto peraltro assai difficile e rischioso, hanno continuato a garantire ininterrottamente, e anche durante la pandemia COVID-19, un servizio pubblico essenziale al pari, ad esempio, dei lavoratori della sanità” afferma Cgil Abruzzo.
“Dall’altra c’è un’azienda “La Panoramica” di Chieti che seppur di natura privata, al pari di tutte le aziende del settore, rappresenta quell’imprenditoria un po’ anomala che fa impresa potendo contare puntualmente sulle risorse pubbliche messe a disposizione dallo Stato centrale e dagli enti locali.
E la differenza non è da poco e viene a galla proprio in un contesto emergenziale come quello che stiamo vivendo perché quando a fermarsi è una impresa privata che opera nel ramo industriale o commerciale, non vi è dubbio che sussistano oggettivamente non pochi problemi sia per l’imprenditore che per i propri dipendenti.
Ma quando a fermarsi è un’azienda di trasporto pubblico locale come nel caso della società “La Panoramica” (che peraltro ha ereditato da decenni la gestione del trasporto urbano di Chieti senza essersi mai confrontata con il mercato), scattano immediatamente meccanismi straordinari di salvaguardia da parte dello Stato e delle Regioni in grado di sopperire ampiamente al taglio dei servizi e al taglio degli introiti per la mancata vendita dei titoli di viaggio.
Ed è quanto vogliamo che sappiano sia l’opinione pubblica che gli amministratori locali di Chieti (Sindaco in testa che non ha proferito una sola parola su questa vicenda) ma anche la Regione Abruzzo a cominciare dai Consiglieri Regionali e Assessori eletti in Provincia di Chieti.
(500 mln e integrazione del fondo trasporti): La Legge 24 aprile 2020, n. 27 ha previsto all’art.92 che “sui gestori di servizi di trasporto pubblico locale e regionale e di trasporto scolastico, non possono essere applicate decurtazioni di corrispettivo, né sanzioni o penali in ragione delle minori corse effettuate o delle minori percorrenze realizzate a decorrere dal 23 febbraio 2020 e fino al 31 dicembre 2020”. In sostanza il Governo garantirà alle Regioni e quindi alle imprese gli stessi corrispettivi ricevuti nei periodi pre-COVID. Lo stesso Governo ha inoltre previsto nel recente DECRETO RILANCIO un fondo di 500milioni di euro che serviranno alla compensazione per i mancati introiti derivanti dalla vendita di biglietti e abbonamenti. Per non parlare delle ulteriori agevolazioni quali il credito d’imposta per le imprese che avranno effettuato ad esempio le operazioni di sanificazione dei mezzi pubblici.
La Regione Abruzzo ha già provveduto in anticipo a garantire alle imprese di trasporto abruzzesi, i contributi relativi alla prima quadrimestralità. Inoltre (è notizia recente) il Ministero dei trasporti ha emesso un provvedimento che garantisce alle Regioni a statuto ordinario (Abruzzo compreso) l’80% delle risorse previste dal Fondo Nazionale dei trasporti. Altra notizia di non poco conto è relativa alle misure introdotte dalla Regione Abruzzo per favorire la “pace legale con le imprese”, un vero e proprio condono camuffato che potrebbe riguardare quelle imprese di trasporto alle prese con contenziosi decennali nei confronti dell’Ente Regione. Altro bel regalo di 160 mln di euro.
In definitiva l’emergenza COVID ha prodotto nel trasporto locale una sola certezza: l’impoverimento e la precarietà per i lavoratori del settore compresi quelli che operano nella società “LA PANORAMICA”, la quale pur di scaricare i costi sulla collettività, ha utilizzato oltremisura l’ammortizzatore sociale (utilizzato finanche in luogo dei permessi parentali ai sensi della 104).
L’impresa teatina guidata dal Presidente dell’Associazione datoriale che raggruppa le aziende private abruzzesi di trasporto locale, pur essendo perfettamente consapevole sia dei citati interventi per il settore garantiti dal Governo e dalla Regione e sia dei ritardi che si sarebbero verificati per la corresponsione ai lavoratori dei previsti ammortizzatori sociali, ha di fatto respinto la richiesta sindacale di anticipare, per conto dell’Inps, al personale dipendente le somme relative alla mancata prestazione lavorativa. Ed è tutto verbalizzato
Tutto il resto (compresi gli acconti sulla quattordicesima promessi dall’azienda) sono solo chiacchiere di chi è responsabile di aver messo in serie difficoltà economica decine e decine di dipendenti con le loro rispettive famiglie ormai da mesi senza stipendio e con affitti, mutui e bollette da pagare”.