Roma. Martedì 2 dicembre 2025, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, si è svolta la conferenza stampa dal titolo “Presidi di libertà: il ruolo dei centri antiviolenza e delle case rifugio nel percorso di fuoriuscita dalla violenza”. L’iniziativa, promossa dal Senatore Ignazio Zullo, Capogruppo di Fratelli d’Italia nella 10ª Commissione permanente, in collaborazione con La Crisalide in Rete APS, ha acceso i riflettori sull’importanza di un sistema di protezione strutturato per le donne vittime di violenza.
Il Senatore Zullo ha sottolineato la necessità di un cambiamento culturale e ha evidenziato l’attenzione della legislatura al contrasto della violenza maschile, ricordando l’introduzione del femminicidio come nuova fattispecie di reato nel Codice Penale. La Presidente di La Crisalide in Rete APS, Roberta Bolettieri, ha ribadito l’urgenza di riconoscere e valorizzare i centri antiviolenza e le case rifugio, sottolineando come una rete istituzionale stabile e integrata, con accessibilità continua, supporto psicologico, legale e sociale, sia fondamentale per permettere alle donne di costruire un percorso di autonomia e rinascita.
Moderata da Federico Scalisi, la conferenza ha visto gli interventi di Raffaella Casamassima, Consigliere Metropolitano di Bari, Maria Assunta Rutigliano, Commissario Tecnico Psicologo della Polizia di Stato, Simona Petrozzi, Presidente Confcommercio Terziario Roma, e Raffaele Focaroli, psicologo clinico e forense. Particolarmente toccante è stata la testimonianza diretta di una donna sopravvissuta alla violenza, che ha evidenziato l’importanza del supporto dei centri antiviolenza come veri e propri “presidi di libertà”.
L’evento ha sottolineato la necessità di superare interventi frammentati, promuovendo un modello coordinato che coinvolga forze dell’ordine, enti locali, servizi sociali, associazioni e comunità. La conferenza ha ribadito che solo attraverso un’azione costante e strutturata è possibile garantire dignità, protezione e futuro alle donne che scelgono di denunciare e ricominciare, in linea con le normative italiane e la Convenzione di Istanbul.