L’Aquila. “Dov’era il consigliere Pietrucci quando, nel 2015, l’allora presidente della Regione, Luciano D’Alfonso voltò di fatto le spalle agli abruzzesi dopo aver dichiarato solennemente che mai il governo regionale avrebbe acconsentito alla realizzazione di un’opera così impattante per un territorio ricco di storia, arte, cultura e crocevia del sistema dei Parchi? Perché il collega consigliere del Pd oggi rivendica tutte le sue battaglie, e quelle del suo partito, senza ricordare che l’ecomostro – così da loro
definito – della Snam hanno cercato di farlo accettare ai cittadini della Valle Peligna, in primis, attraverso l’escamotage di ‘centrale ad impatto zero’ (delibera regionale 921 del 18 novembre 2015) e con una diversa allocazione?”, dichiara il consigliere di FdI in Consiglio regionale, Mario Quaglieri.
“Dov’era finito Pietrucci quando, ai tempi, c’erano come sindaco di Sulmona Giuseppe Ranalli e Andrea Gerosolimo, in qualità di assessore regionale ed espressione della Valle Peligna, e perchè rimasero tutti in silenzio-assenso? Ricorda bene come me anche il collega Pietrucci, quanto D’Alfonso fosse legatissimo al sottosegretario Claudio De Vincenti, uno dei più accesi sponsor dell’opera? E ancora, rammenta – altrimenti lo faccio io – quando il presidente D’Alfonso scappò dall’Abruzzo per una poltrona in Senato mentre il governo Gentiloni e il Mise, delegittimati dal voto popolare, diedero il via libera alla centrale di compressione Snam a Sulmona? Potrei continuare ad oltranza con gli interrogativi ma una cosa è certa: gli eventi hanno sempre un nome e un cognome. Ed è altrettanto certo che una volta autorizzata la centrale da parte del governo nazionale diventa molto difficile dare il diniego”.
“L’opera in questione è di interesse transnazionale e Pietrucci appartiene al raggruppamento politico che compone l’attuale governance centrale, dunque, se oggi il collega consigliere volesse riprendere concretamente la sua personale battaglia contro l’attuazione del gasdotto dovrebbe rivolgere le sue attenzioni e le sue critiche altrove anziché continuare ad attaccare pretestuosamente il presidente Marsilio che ha già ben chiarito tutte le questioni inerenti gli iter burocratici dei procedimenti di autorizzazione che, nello specifico sono due, il primo riguarda la centrale di compressione, già concluso con il governo Gentiloni, ed il secondo inerente il metanodotto, e attendiamo che l’attuale governo ci dica chiaramente se l’opera è strategica o meno. Un’ultima domanda rivolgo a Pietrucci: perché mai un dirigente della Regione Abruzzo avrebbe dovuto incorrere in un abuso d’ufficio, non ratificando una decisione ministeriale? Forse per assecondare la volontà politica di questo
governo regionale? Intende insinuare questo? Attendo risposte circostanziate, punto per punto”, conclude Quaglieri.