L’Aquila. “L’area in cui la Snam intende costruire la sua centrale di compressione e il suo metanodotto, in località Case Pente di Sulmona, è un’area di inequivocabile importanza per la tutela della fauna protetta, in particolare dell’Orso bruno marsicano, sulla quale l’Unione Europea ha
investito in Abruzzo circa 10 milioni di euro”. Lo ha scritto in un dettagliato documento strettamente tecnico il Parco Nazionale della Majella predisposto a seguito di una richiesta del Comune di Sulmona e redatto dagli zoologi e botanici dell’Ente aggiungendo che “questo ente non è stato chiamato ad esprimere il proprio parere, in qualità di ente gestore delle Aree Natura2000, ha il dovere di valutazione l’incidenza ambientale e fa notare che nei confronti della fauna di interesse comunitario che gravita nella zona il decreto VIA di autorizzazione dell’opera non contiene misure di mitigazione, né misure di compensazione né azioni di monitoraggio degli impatti nella fase di esercizio della centrale di compressione”.
Secondo il coordinamento No Hub del Gas, il documento del Parco della Majella, di indiscutibile valenza scientifica, è un’ulteriore importantissima ragione per riaprire la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e la Valutazione di Incidenza Ambientale (V.Inc.A.) sul progetto Snam. “Il Ministero dell’Ambiente disponga subito una nuova procedura valutativa V.I.A.-V.Inc.A., fermi la procedura in corso relativa all’A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) e sottoponga l’intero piano nazionale dei gasdotti alla V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica)”, ha concluso il coordinamento, “incredibilmente mai effettuata per evitare di far emergere quello che tutti i dati dicono: l’inutilità dello sviluppo di nuovi gasdotti e centrali in presenza di una sovracapacità già installata e della necessità di non sviluppare ulteriormente opere fossili che dovranno vivere fino al 2070, visto che oggi dobbiamo da subito affrontare il cambiamento climatico.