Celano. Area marsicana, area di bellezza. Ci troviamo nel cuore di Celano, un paese assorbito dal fascino medievale, collocato ai bordi della Conca del Fucino, precisamente sul colle di San Flaviano che, nel passato, si affacciava romanticamente sul vasto lago, ora in secca. In questo luogo incantato, regna sovrano un castello che abbraccia le atmosfere storiche in un oggi ricco di vissuto, di cui, ne abbiamo ereditato fascinosamente un prezioso esempio architettonico. Si tratta del castello Piccolomini, voluto fortemente dal conte Pietro Berardi nel 1392 e fu poi ultimato nel quindicesimo secolo da Antonio Piccolomini, nipote di papa Pio II. Dopo i Piccolomini, il castello venne preso in possesso da diverse famiglie nobiliari, fino al 1938, quando venne espropriato dallo Stato per pubblica utilità e dichiarato monumento nazionale.
Restaurato dopo i danni del terremoto del 1915, oggi ospita il museo nazionale di arte sacra della Marsica. Al suo esterno si presenta a pianta rettangolare con quattro torri quadrate valorizzate da una merlatura in stile ghibellino. La cinta muraria è interrotta da undici torri a scudo e cinque rotonde. Addentrandoci in questa meraviglia, ci troveremo davanti ad un ponte levatoio che ci consentirà di superare un fossato per accedere al castello dotato di due ingressi, di cui uno di essi è protetto da una caditoia. Il museo, che vi è al suo interno, è articolato in varie sezioni, quali scultura lapidea e lignea, pittura murale, su tela e su tavola, oreficeria e paramenti sacri.
Soffermandoci sulla collezione Torlonia, acquistata dallo Stato nel 1994, troveremo 184 oggetti e 344 monete di bronzo romane che vennero alla luce nel Fucino durante il prosciugamento delle acque nella seconda metà del 1880, ad opera di Alessandro Torlonia. Tra i pezzi più pregiati della collezione, troviamo la testa di Afrodite in pietra calcarea, un’opera scultorea di grande vanto per la nostra regione. Inoltre, delle cartoline d’epoca raffigurano uno specchio d’acqua con due gruppi di operai intenti al prosciugamento del lago. In alcune sale del castello vi sono altresì collocati gli uffici della soprintendenza regionale.
Visioni magnificenti si impastano dunque di laboriosi significati, tra storia e leggende, dense di cultura e, tramandate con sapienza ai nostri giorni, restano vive di esperienza dalle quali, con umiltà, possiamo apprenderne la forza data dall’elevatezza professionale e morale delle antiche generazioni. Poiché ogni generazione induce alla ricchezza espressiva, concettuale e tradizionalista per mezzo dell’autenticità che le accomuna. La visione del castello Piccolomini è come fosse un’iniezione proteica sulla mente, contenente tutto il nutrimento che vi è acquisito dal respiro del tempo e, nelle percezioni riflesse, vibrano energie emozionali che ci inducono alla gratitudine e alla voglia costante di contemplazione su quelle preziosità già percorse ma mai abbastanza esplorate nella conoscenza perché racchiudono sempre dei trascorsi nei quali non siamo stati spettatori, ma soltanto dei custodi di ciò che è già appartenuto alla forza del mondo.