Pescara. “Purtroppo neanche nel momento delle dimissioni Marco Rapino è riuscito a dare la giusta dignità al ruolo che ha ricoperto in questi anni. Un’uscita di scena forzata, per di più accompagnata da un ultimo atto di totale asservimento alle solite logiche che lo hanno guidato in questi anni. C’è bisogno di un forte segnale di discontinuità e le sue dimissioni “organizzate” vanno nella direzione opposta”, ha dichiarato l’onorevole Pd Antonio Castricone.
“Tratteggiano ancora una volta un modo di procedere fatto di ridicoli bizantinismi e sotterfugi in totale contrasto, oltre che con le regole del partito, con il semplice buon senso. Rapino avrebbe dovuto dimettersi davanti all’assemblea del partito e in quella sede si sarebbe dovuta aprire la discussione su una nuova fase quanto mai necessaria. Invece si è voluto imbastire un coordinamento politico lottizzato tra pochi intimi, appannaggio di Luciano D’Alfonso, e sul quale l’assemblea sarà chiamata solo a ratificare una notizia che tutti abbiamo appreso dalla stampa”.
“Di fronte alle polemiche scoppiate all’interno del Partito, nel pomeriggio di ieri hanno voluto porre un rimedio che come spesso accade è risultato peggiore del danno fatto. Personalmente sono stato contattato da Andrea Catena, suppongo nella nuova funzione di coordinatore di questo pseudo organismo, per chiedermi di entrarvi o indicare un nome. Tutto ciò dimostra l’improvvisazione di una classe dirigente inadeguata nello stile e nella sostanza”.
“Ovviamente non accetto alcuna cooptazione tardiva e riparatrice e preferisco starmene alla larga da un certo modo di fare. In questo momento è quanto mai necessario costruire e rappresentare insieme a tanti un’alternativa a chi vuole semplicemente occupare il partito per farne strumento proprio. Il PD in Abruzzo è lontano da qualsiasi senso di comunità, stritolato da logiche di potere che hanno devastato in questi anni qualsiasi rapporto con gli abruzzesi”, ha concluso Castricone.