Roma. La commissione bicamerale di inchiesta sulla scomparsa di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi ha da poco iniziato i lavori. Comprensibile che, in questi giorni, si moltiplichino riferimenti a possibili sviluppi del caso, veri o presunti. Come quello proposto da un noto settimanale di cronaca nera, ripreso dai quotidiani nazionali e afferente a una circostanza registratasi meno di un mese dopo la scomparsa di Emanuela. Il 19 luglio 1983, alla Questura di Roma perviene un plico del Ministero dell’Interno, classificato come “riservato”: “Al signor questore di Roma. Si trasmette fotocopia di un’agenda di Emanuela Orlandi, occasionalmente acquisita dal noto organismo.”
L’espressione “noto organismo” designa i servizi segreti italiani. Il loro precoce interesse per il caso Orlandi è ben noto. Ne ha parlato in più di una circostanza il fratello di Emanuela, Pietro, ribadendolo più recentemente dinanzi alla Commissione di inchiesta. “I servizi segreti sono venuti a casa nostra tre giorni dopo la scomparsa di Emanuela”, ha dichiarato, “perché Giulio Gangi, un personaggio dei servizi che aveva anche casualmente conosciuto Emanuela, era amico di nostra cugina Monica. Per noi erano persone che ci stavano aiutando, dalla cameretta di Emanuela prendevano tutto, per noi erano la salvezza, gli davamo tutto.”
Nel plico riservato, alcune pagine fotocopiate di un diario di scuola di Emanuela. Il Corriere della Sera si chiede perché fosse nella disponibilità dei Servizi, prima che degli inquirenti. Sul diario, una compagna di classe di Emanuela allude a una presunta relazione sentimentale tra la giovane e un tale “Giovannino”, poi esplicitamente chiamato “G.P.II”, dunque Giovanni Paolo II. Scherzo un po’ pesante tra amiche, si legge sul Corriere, da cui sarebbero però partite infamanti illazioni e accuse al Papa, rimaste prive di riscontro ed evidentemente destituite di fondamento.
Il richiamato materiale giunge alla Polizia in un momento particolare per quanto riguarda gli sviluppi della vicenda: il misterioso telefonista ribattezzato l’“Americano” ha già proposto lo scambio tra la giovane cittadina vaticana e Ali Ağca, l’esecutore dell’attentato a Giovanni Paolo II.
Lo stesso documento redatto su carta intestata del “Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica sicurezza”, oggi riproposto, nel secondo capoverso menziona un “altro appunto di detto organismo (i servizi segreti, ndr) riguardante l’installazione di una linea telefonica del centralino della Città del Vaticano per i contatti con i presunti rapitori dell’Orlandi.”
Riferimento, questo, che rimanda a quanto emerso nei giorni scorsi a proposito di una nuova perizia – la terza – che ha posto in comparazione la voce registrata dell’“Americano” con quella di Marco Fassoni Accetti, che il 27 marzo 2013 si è autoaccusato del sequestro di Emanuela e di Mirella Gregori, è stato indagato e prosciolto.