L’Aquila. “In Italia ci sono almeno un milione di persone che hanno rinunciato al proprio lavoro per poter prestare assistenza continuativa 24 ore su 24 a un proprio familiare coabitante affetto da una disabilità o non autosufficiente. L’ordinamento giuridico italiano ha definito queste persone caregiver familiari.
Oltre a queste persone c’è anche il mondo sommerso degli studenti universitari caregiver che aiutano un proprio familiare.
Tale situazione è molto diffusa anche in Abruzzo, dove è molta alta la presenza di anziani che hanno bisogno di essere accuditi.
È tempo di dedicare a queste persone maggiore attenzione”.
Sono le parole dell’on. Chiara Gemma, europarlamentare del Sud di Ecr-Fratelli d’Italia.
“I caregiver familiari – afferma l’eurodeputata – devono essere riconosciuti come lavoratori, con conseguente diritto alle tutele previste, quali stipendio, malattia, ferie e pensione.
Gli studenti caregiver devono avere la possibilità di frequentare le lezioni all’università e sostenere gli esami ma al tempo stesso devono essere messi nella condizione di poter assistere un parente gravemente disabile che ha bisogno di essere accudito perché non è in grado di essere autosufficiente.
È necessario – prosegue l’on. Gemma – che lo studente universitario caregiver sia equiparato agli studenti lavoratori che godono di due punti di bonus per accedere alla laurea magistrale. Allo stesso tempo è necessario che si consideri non solo l’esonero dalla tassazione ma anche una serie di tutele, come ad esempio l’abolizione dello status di ‘fuori corso’, la calendarizzazione degli esami, la possibilità di utilizzare la Dad (didattica a distanza) compresa delle registrazioni audio e video delle lezioni e tante altre agevolazioni. Tutte misure che renderebbero la vita di questi ragazzi molto più agevole. Alcune Università si sono attrezzate in tal senso ma esiste ancora un vuoto normativo che va colmato il prima possibile – sottolinea l’esponente di Fratelle d’Italia – una battaglia fondamentale e inderogabile sulla quale sono impegnata da eurodeputata e docente universitario.
In relazione a tutto questo – evidenzia l’eurodeputata – va anche rilevato che a seguito di una petizione inviata al Parlamento europeo dall’associazione nazionale ‘Genitori Tosti in Tutti i Posti’, è stata aperta un’indagine conoscitiva sulla condizione dei circa 10 milioni di italiani che sono impegnati in attività di caregiving.
I firmatari della petizione chiedono al Parlamento Ue di sollecitare il governo italiano affinché riconosca i caregiver familiari come lavoratori.
La notizia – conclude – è di poche settimane fa, seguiremo gli sviluppi della petizione nei prossimi mesi”.