Pescara. Dopo le rivolte nelle carceri innescate dall’emergenza Covid e che hanno creato un forte allarme sociale, arrivano le linee guida per la pianificazione degli interventi con l’obiettivo di una gestione
iù efficace di questi episodi attraverso il coinvolgimento di forze dell’ordine, polizie locali e forze armate.
Le ha comunicate il capo della Polizia, Franco Gabrielli, in una circolare inviata a prefetti e questori. I prefetti
sono invitati a convocare appositi Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica con la presenza del
direttore del carcere e del comandante del Reparto di polizia penitenziaria di ciascuno degli istituti penitenziari
presenti sul territorio.
La Direzione investigativa antimafia fornirà notizie utili alla stesura del piano.
Il Comitato dovrà pianificare le misure da attuare esternamente al carcere. Dovrà esser previsto il numero di forze
di polizia da impiegare in base allo scenario di rischio. L’intervento all’interno dell’istituto, sottolinea la
circolare, “è di natura assolutamente eccezionale e pertanto connesso con il verificarsi di eventi non ordinari”.
In questi casi il direttore del carcere, sentito il comando del reparto di polizia penitenziaria, farà richiesta al
competente Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria. Se i tempi non consentissero l’attesa di
rinforzi potrà chiedere al prefetto l’intervento delle altre forze di polizia. Le linee guida invitano a seguire criteri
di progressività. Nelle fasi iniziali le azioni potrebbero concretizzarsi in un “mero, ma visibile, dispiegamento
della forza pubblica, posizionata in assetto di pronto intervento nei pressi dell’intercinta, a scopo dissuasivo e
preventivo”.
L’intervento all’interno dell’istituto, è l’indicazione, “può verificarsi esclusivamente in via residuale
e straordinaria e solo dopo che siano stati esperiti tutti i sistemi di contenimento e le risorse a disposizione
dell’amministrazione penitenziaria”. In caso di eventi di “straordinaria eccezionalità” potrà essere convocata
l’Unità di crisi, con l’eventuale impiego dei reparti speciali (Nocs e Gis).


