L’Aquila. Un boss della camorra che deve scontare il carcere a vita in regione di 41 bis, ha incontrato per l’ultima volta, fisicamente, sua figlia che nei prossimi giorni compirà 12 anni, età che le impedirà, per legge, di vedere il padre se non con la barriera di un vetro e parlando ad un microfono: è stato questo il momento più importante della visita nel carcere di massima sicurezza “Le Costarelle” di Preturo,
frazione del comune dell’Aquila, da parte del garante dei detenuti della Regione Abruzzo, Gianmarco Cifaldi, sociologo e criminologo, oltre che docente dell’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara.
Insieme a lui, l’assessore regionale al Bilancio e al Personale Guido Quintino Liris, che, come ha sottolineato lo stesso Cifaldi, è stato prezioso in particolare nella sua veste di dirigente medico. L’ultimo incontro tra il boss e sua figlia si è consumato in seguito all’impegno del neo garante, eletto dal Consiglio regionale nella seduta del 24 luglio scorso, dopo oltre cinque anni di tentativi della precedente amministrazione di centrosinistra.
“L’affettività è uno dei principi che ispirano il mio mandato infatti sono convinto che le colpe dei padri non debba ricadere sui figli – spiega il professore. Il garante ha visitato l’intero carcere, in particolare la sezione riservata ai detenuti in regime di 41 bis dove sono recluse 120 persone, su una capienza di 80. Nel corso della visita sono state state riscontrate diverse criticità che saranno oggetto di una relazione che sarà consegnata al Consiglio regionale e agli altri organi competenti, quali ad esempio Asl e Dipartimento amministrazione penitenziaria, “per individuare un piano per migliorare le condizioni carcerarie”. “Ci tengo a sottolineare che l’Ufficio del Garante, come consuetudine, prima di una ispezione informa ed invita il Consiglio regionale, in questo caso la presenza dell’assessore Liris è stata importante per il suo significato tecnico-politico in quanto dirigente sanitario della Asl dell’Aquila”, afferma Cifaldi