Sulmona. “La situazione al penitenziario di Sulmona sta collassando. La misura presso il carcere di piazzale vittime del dovere è colma e la gente, esausta, non accetta più di vivere una condizione che ha oramai superato il limite della tollerabilità”.
A riferirlo i rappresentanti del cartello sindacale unitario Oreste Leombruni (Osapp), Mauro Nardella (UIL PA), Francesco Tedeschi (CISL FNS), Giuseppe Mazzagatta (USPP) e Cosmo De Luca (Cnpp).
“Gravissima carenza di personale, turni massacranti, congedi ordinari prima concessi e poi sistematicamente revocati ( molti sono i poliziotti che hanno accumulato più di 100 giorni di ferie), unità operative (come i reparti detentivi, nucleo traduzioni e piantonamenti, reparti colloqui e Area esterna) “scippate” delle loro funzioni”, sottolineano i sindacalisti.
“Abbiamo più volte evidenziato che l’Istituto penitenziario di Sulmona rappresenta il fiore all’occhiello nello scenario penitenziario regionale.Tuttavia ci teniamo a precisare che tale giudizio lo abbiamo conferito per le qualità umane dei poliziotti penitenziari ivi operanti.
Quegli stessi poliziotti che oggi dicono basta alla mancanza di attribuzione dei loro sacrosanti diritti e che si dicono stanchi di sostenere carichi di lavoro che hanno di gran lunga superato il limite della sostenibilità”.
“Il Ministero della Giustizia, che si è abituato a vedere in Sulmona un esempio da seguire, ora rischia – proseguono i portavoce sindacali – se non si prendono urgentissimi provvedimenti, di contare dal punto di vista amministrativo serissimi danni”.
“In data odierna, in occasione della riunione avutosi con la Direzione del carcere peligno, è stato consegnato un documento che raccoglie precise richieste le quali, se mantenute inevase, porteranno il cartello unitario a riunire in assemblea , in pubblica piazza ( probabilmente nel piazzale antistante il carcere e per essere compatibili con le misure anti covid) tutto il personale iscritto per definire la tipologia di manifestazione da mettere in campo, per lanciare il nostro grido di aiuto e far sentire le nostre sacrosante richieste di intervento”.
“Non vogliamo solo curare le ferite che ogni giorno si aprono nelle sfere del diritto del personale ma avvertire l’amministrazione locale, Regionale e Nazionale che tenessero bene a mente l’impostazione di lotta messa su anche e soprattutto per futura memoria ( il riferimento va al varo del nuovo padiglione) perché ora la parola ” basta” troverà un suo fondamento”, concludono.