L’Aquila. Molte le incongruenze di questa proclamazione degli eletti in Consiglio Regionale per la decima legislatura, molti dubbi, troppi incidenti tecnici, contabili, interpretativi che porteranno a tanti ricorsi, che faranno discutere animatamente opinionisti e cittadini ancora per chissà quanto tempo sia sui giornali sia al bar. La più evidente delle incongruenze emersa a sorpresa, proprio con la proclamazione ufficiale degli eletti, facendo cadere la già travagliata questione elettorale dalla padella alla brace, riguarda il caso di Regione Facile, la lista più votata dopo il Pd. Invece di due seggi attribuiti dalla quasi totalità degli analisti politici che in questi venti giorni hanno elaborato il “fantaconsiglio” si è ritrovata con uno solo seggio, quello di Lorenzo Berardinetti che da solo riesce a rappresentare il successo ed ad esprimere l’affermazione di una lista attestata a ben il 5,5% dei voti. Il seggio inaspettatamente tolto è stato invece assegnato dalla Corte d’Appello al Pd che da 10 passa a 11 con un dominio di campo che spiazza anche le più rosee aspettative. Gli esperti della legge non trovano alcuna interpretazione in merito a questa anomalia. Che si tratti di una vera e propria stranezza lo testimonia anche il fatto che Regione Facile si trova al 5,5% ed è, dopo il Pd, il primo partito, sia in termini percentuali, sia come numero di voti assoluti, superando di oltre mezzo punto Abruzzo Civico, che però riesce a strappare due seggi. La Corte d’Appello invece è riuscita, con una pericolosa capriola, ad assegnare un seggio in più al Pd, quello di Antonio Innaurato e a farne le spese è stato Alessio Monaco di Regione Facile. Gli esperti parlano di un vero e proprio errore e non di una forma di interpretazione. Si parla addirittura di una linea saltata durante il conteggio finale delle tabelle da compilare. Per il momento il dado è tratto, il resto sarà cronaca dei prossimi giorni.