Sulmona. Il carcere di Sulmona è, come è noto, una struttura detentiva a “regime particolare” e questo la rende uno speciale fiore all’occhiello della Regione Abruzzo.
Si tratta infatti di uno dei i primi Istituti Penitenziari Sicuri in Italia. A dispetto di questo status, tuttavia, episodi di disordini e aggressioni negli ultimi tempi sono stati diversi.
Ma nell’ultimo periodo tale trend si è aggravato pesantemente con numerosi casi di insulti, minacce e violenze ai danni degli operatori di Polizia e dei dirigenti dell’Amministrazione Penitenziaria. Dall’inizio dell’anno 2025 si contano già una quindicina 15 di feriti tra i poliziotti, quasi 6 suicidi tra reclusi e un operatore civile dell’amministrazione penitenziaria che si è tolto la vita.
Tre agenti penitenziari da ultimo sono stati aggrediti da un gruppo di detenuti nella giornata di venerdì 10 gennaio e se inizialmente erano trapelate notizie di “sole contusioni” non riportando nessuno gravi ferite, la situazione dalla serata di ieri ha subìto un aggiornamento in negativo per uno dei poliziotti coinvolti.
È infatti ricoverato in prognosi riservata l’ispettore di polizia penitenziaria aggredito l’altro ieri, insieme a due colleghi, da un detenuto nel carcere. Per il 53enne, dopo gli esami effettuati al pronto soccorso dell’ospedale peligno, si è reso necessario il ricovero.
“Rabbia, incredulità, rassegnazione – scrive il vice segretario generale della Uil, Mauro Nardella – sono queste le sensazioni che stanno vivendo i poliziotti penitenziari di stanza al carcere di piazzale Vittime del Dovere dopo settimane di stress”. Il sindacalista ricorda poi il progetto di aprire, nel carcere, “un nuovo padiglione, pur consapevoli del fatto che è da pazzi farlo in queste condizioni. Lo stato di agitazione che nei prossimi giorni sarà annunciato sarà solo l’inizio di un periodo conflittuale volto a fare aprire, si spera, gli occhi a un’amministrazione che sinora si è mostrata cieca ai bisogni di tutta la comunità carceraria” conclude Nardella.
Sulla vicenda interviene anche il segretario generale Cosp, Domenico Mastrulli, che ha chiesto l’introduzione del daspo penitenziario per i detenuti aggressori, misura che prevede l’immediato trasferimento in altri istituti. Mastrulli ha chiesto inoltre l’invio dell’Esercito per gestire la situazione.