L’Aquila. Alla ricerca della trasparenza, ancora una volta: quella luminosa stella polare che deve rischiarare il rapporto politici-cittadini, all’insegna della cristallinità più pura. Il documento da cui estrapolare le cifre che seguono reca la data del 7 maggio 2019, ma è stato pubblicato da pochi giorni sul portale della Regione Abruzzo. Secondo quanto previsto dalla normativa chiunque – cittadini, imprenditori, società, liberi professionisti – possono sostenere un candidato versando dei fondi sui conti appositi aperti dai comitati elettorali. L’unico accorgimento da utilizzare, sempre nell’ottica della trasparenza, è quello di mettere nero su bianco nel rendiconto generale da presentare alla Corte dei Conti nomi e cognomi dei finanziatori. La legge, però, si sa può essere aggirata facilmente e non tutti infatti si sono attenuti a queste norme. Vediamo il perchè.
Dalla dichiarazione e dal rendiconto sulle spese elettorali, sostenute in vista delle Regionali dello scorso febbraio, emergono dati interessanti e…sorprendenti: il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, eletto nelle liste di Fratelli d’Italia, avrebbe speso – prelevandola direttamente dal suo portafoglio – una cifra irrisoria, solo 65,26 euro per la sua campagna elettorale – culminata nello scorso febbraio con una proclamazione quasi all’unanimità. Soldi che gli saranno bastati per pagare giusto qualche caffè visto che poi a conti fatti fino al 10 febbraio l’investimento totale è stato di circa 19mila euro.
Dunque cene, aperitivi, viaggi, pubblicità, convention, hanno costituito un investimento personale risibile per il governatore dell’assise regionale, sebbene il limite di spesa per tale carica sia di 38.802.85 euro. Il presidente ha potuto contare anche su notevoli contributi di terzi, come i 10mila euro regalati dal partito guidato da Giorgia Meloni. Scommettiamo che, in questo preciso momento, qualche lettore è stato “freezato” nella posa standard di chi è davvero stupito: mani sul viso e bocca rigorosamente aperta.
La rassegna prosegue, anche in nome di quell’antico e popolare gusto di sbirciare dal buco della serratura per farsi i conti…degli altri che, in fondo, sono pure quelli degli elettori, considerate le tasse salate che ogni lavoratore versa nelle casse della Regione.
E’ il turno di Sara Marcozzi, che ha bissato le candidature: si era proposta sia come presidente che come consigliere nella lista circoscrizionale di Chieti. Two is meglio che one. Fan dei morbidi paracadute? Il tetto massimo spendibile per banchetti e feste sforava i 50mila euro e la grillina ha cacciato, di tasca propria, 642 euro, mentre, sotto la dicitura generica – che profuma di minestrone – “comitato elettorale Sara Marcozzi”, sito in via Bellini a Chieti, figura l’investimento di ben 34mila euro evaporati a suon di comizi e cibo. Non ci sono nomi di persone o di aziende/società che hanno finanziato la campagna elettorale, come se la trasparenza tanto sbandierata dal Grillo e dal movimento fosse scomparsa improvvisamente.
Mentre Giovanni Legnini, rappresentante, a buon…diritto, del mondo della legalità, ha fornito dei conti più dettagliati, elencando tutti i contributi delle persone giuridiche, perlopiù società a responsabilità limitata e società per azioni (35.750 euro). La “donazione” più sostanziosa, 5mila euro, proviene da Erreffe, una società in accomandita semplice. Sborsati 11.700 euro, inoltre, da persone fisiche, i cui nomi sono, però, coperti per la privacy: è l’eterno ritorno del conflitto di quest’ultima con la trasparenza, concetto con cui si infarciscono volentieri i discorsi, soprattutto quelli di matrice politica. Degne di evidenza le erogazioni liberali a favore del Partito Democratico: 10.548 euro.
Un pò di luce gettata nel backstage di politica, amicizie e denari: stando ben attenti, tuttavia, dal prendere, o non prendere, qualche abbaglio.