Sulmona. C’è una delibera del Consiglio comunale, del 28 giugno 2013, nei primi giorni dell’amministrazione dell’ex sindaco Peppino Ranalli, votata all’unanimità dai consiglieri comunali, che cancella ogni dubbio e ogni sterile polemica sul caso degli scrutatori.
La delibera consiliare indica l’estrazione a sorte come metodo per la designazione degli scrutatori e fu votata anche dagli ex consiglieri comunali Daniele Del Monaco, Alessandro Pantaleo e Mario Sinibaldi, che invece in questi giorni hanno ignorato quell’atto, preferendo la nomina diretta degli scrutatori al sorteggio, per privilegiare la convenienza elettorale e ignorare criteri d’imparzialità e attenzione dovuta alle categorie disagiate di cittadini. Successivamente, in occasione delle elezioni regionali del 2014, la commissione elettorale si riunì il giorno 2 maggio, presieduta dal sindaco Ranalli, decidendo di adempiere al mandato unanime del Consiglio comunale. Anche in questo caso la commissione elettorale si pronunciò con voto unanime, stabilendo per la scelta degli scrutatori la procedura della selezione per sorteggio tra tutti gli iscritti all’Albo degli scrutatori. Intanto, una volta fatte le dichiarazioni reddituali Isee potevano essere sorteggiati anche i cittadini in condizioni di disagio. Dunque ogni richiamo alla trasparenza da parte degli ex consiglieri comunali Del Monaco, Pantaleo, peraltro nominati in commissione elettorale quali componenti dell’allora maggioranza e Sinibaldi, come pure da parte della loro candidata sindaco Annamaria Casini, appare mera ipocrisia e negazione evidente della realtà dei fatti. I tre ex consiglieri, oggi candidati nelle file di Noi per Sulmona, hanno commesso tre volte un gesto vergognoso. Prima rinnegando la delibera consiliare, votata anche da loro, poi quella di commissione, votata dagli stessi Pantaleo e Sinibaldi ed infine scegliendo a loro totale discrezione sessanta tra gli ottanta scrutatori delle prossime elezioni. Questa la verità vera. Inutile accampare pretesti e falsità per nascondere la realtà dei fatti.
