L’Aquila. La notizia del provvedimento di sequestro dell’ingente patrimonio, del valore di oltre 10 milioni di euro, riconducibile a Gaetano Britti, 75 anni, ritenuto affiliato al clan Di Lauro, tra Campania e Abruzzo tra cui il comune di Castel di Sangro, emesso dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ci preoccupa ma purtroppo non ci meraviglia”. A dichiararlo Francesco Piacente Segretario Provinciale Pd e Teresa Nannarone Responsabile Regionale Pd contrasto alle mafie.
“Abbiamo posto l’attenzione più e più volte negli ultimi due anni sulla pericolosità delle infiltrazioni nella
nostra regione e nella provincia dell’Aquila, e questa è una triste conferma. Il problema delle infiltrazioni della criminalità organizzata sul nostro territorio, emerse dalle inchieste, dalla presenza del clan Mallardo a quella del clan Di Lauro, dalle problematiche riconducibili al sistema della mafia dei pascoli a quelle sul traffico di cocaina, non è un tema giudiziario ma un tema anche politico e delle amministrazioni locali. Chiediamo perciò al sindaco di Castel Di Sangro, che è anche presidente della Provincia, di aprire una finestra su quanto è accaduto nella sua città in questi ultimi anni più volte indicata come territorio in cui sono stati effettuati sequestri, anche adottando le linee guida contro la criminalità da noi elaborate proprio per i Comuni e che si faccia parte diligente affinché anche la Regione Abruzzo, unica in Italia priva di un protocollo di contrasto alla criminalità, si faccia carico di affrontare un tema tanto importante quanto sottovalutato. Il Pd come sempre è pronto a fare la sua parte perché il contrasto alla criminalità non può essere un tema su cui dividersi a seconda delle appartenenze”.
E soprattutto è il momento di mettere a tacere “i negazionisti delle mafie” in un territorio già pesantemente coinvolto da più tipologie di criminalità organizzata. Come cittadini liberi ma anche a nome della forza politica che rappresentiamo ringraziamo la Guardia di Finanza e l’Autorità giudiziaria per il lavoro svolto, garanzia di legalità e presidio dei valori costituzionali”, concludono Francesco Piacente e Teresa Nannarone .