Sulmona. Punti di informazione diffusi su tutto il territorio con centri visita e biglietterie, un sito internet completo, a partire dalle tracce Gpx scaricabili, ottima segnaletica e una buona manutenzione del tracciato: sono gli elementi grazie ai quali il Cammino di Celestino, con i suoi 90 km nel Parco nazionale della Maiella, ha ottenuto la certificazione del Touring Club.
È il quarto in Italia, insieme al ‘Sentiero del Viandante’, cammino certificato nel 2020 che si snoda lungo la sponda orientale del Lago di Como, alla “Via del Nord” della Via di Francesco tra Umbria e Toscana e alla ‘Via del Giovane’ del Cammino di San Francesco di Paola. La consegna della certificazione è avvenuta oggi a Pescara nei locali dell’Aurum.
Per il presidente del Parco della Maiella, Lucio Zazzara, “il Cammino di Celestino, da Sulmona a Serramonacesca, è
un fiore all’occhiello del Parco, un parco dove i segni dell’azione umana hanno accompagnato nel tempo la
trasformazione della natura.
Un Parco che possiamo considerare un laboratorio di sussistenza sostenibile” ha detto ricordando che nell’area protetta sono 1200 i km complessivi di sentieri percorribili. Il direttore del Parco, Luciano Di Martino ha sottolineato la grande collaborazione di Comuni, Pro loco e Cai nella definizione delle carte sentieristiche, mentre il console regionale del Touring Club Abruzzo Elio Torlontano ha espresso l’auspicio che il Cammino di Celestino, certificato dopo essere stato “esaminato molto severamente dal nostro staff tecnico, possa essere di esempio per altri Cammini”.
In modo che non si rischi di banalizzare il concetto di Cammino, come purtroppo è avvenuto con quello di ‘albergo diffuso: “banalizzato il concetto, è sparito il prodotto”. “Il Parco ha creduto nella genesi della narrazione fattiva dei Cammini” ha detto il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri intervenuto alla consegna della certificazione, ricordando anche l’importante apporto, per l’immagine turistica e culturale dell’Abruzzo, dei luoghi e degli itinerari della Transumanza, dal 2019 nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.