L’Aquila. “Il dato reso noto dalla CGIA di Mestre non dovrebbe sorprendere. Avevo segnalato qualche settimana fa che l’Italia è il paese europeo con più giovani neolaureati disoccupati.
Una notizia che non è finita sulle prime pagine dei giornali e non ha aperto i telegiornali perché turberebbe la propaganda in cui siamo immersi.
Siamo ultimi in Europa ma è meglio non dirlo. E non si dica che siamo poco competitivi a causa delle alte retribuzioni e delle troppo elevate rivendicazioni sindacali visto che siamo gli unici in Europa ad aver visto diminuire i salari negli ultimi 30 anni. Ovviamente l’Italia non è tutta uguale e solo le regioni meridionali a sprofondare.
Le politiche economiche dei governi di centrosinistra e centrodestra hanno prodotto una crescita della disuguaglianza tra nord e sud favorendo le regioni più ricche.
Il taglio della spesa pubblica e la rinuncia all’intervento pubblico in economia stanno impoverendo il meridione e l’Abruzzo non fa eccezione.
La precedente giunta regionale del PD come l’attuale non hanno messo in campo strategie che possano invertire la tendenza nè lo hanno fatto i governi che si sono susseguiti in una continuità di politiche economiche antipopolari e contrarie alla Costituzione.
Se la crisi demografica e la riduzione del numero dei giovani under 34 è marcata nel centrosud vuol dire che ci sono ragioni strutturali che non hanno a che fare solo con il ruolo delle regioni.
Se i giovani trovano solo opportunità di lavoro precario e sottopagato perchè non dovrebbero andarsene al nord e all’estero? Bisogna abolire le leggi che hanno generalizzato al precarietà del lavoro e rilanciare le politiche per l’occupazione. Evidentemente detassare e dare contributi alle imprese non basta.
Pesa soprattutto la rinuncia al ruolo del pubblico nel garantire occupazione come imporrebbe la Costituzione.
Serve un piano per il lavoro a partire dal colmare il gap enorme tra l’Italia e il resto dei paesi europei. Abbiamo 1 milione e mezzo di dipendenti nel settore pubblico in meno della media europea e questo si vede dallo scadimento della sanità, nelle difficoltà della scuola e dei servizi pubblici. Abbiamo un’elevata evasione scolastica e laureati senza lavoro.
Noi di Rifondazione Comunista e Unione popolare proponiamo un piano straordinario per l’assunzione di 1 milione di dipendenti pubblici da finanziare tassando il 10% più ricco del paese con un’aliquota di solo lo 0,5% sulla sola ricchezza finanziaria, come dimostrato da uno studio di economisti dell’Università di Torino.
Invece di creare lavoro il governo pensa con l’autonomia differenziata di dare il colpo di grazia alle regioni del meridione in cui noi stiamo ripiombando”.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare