Pescara. Sono dieci i parametri oltre i limiti di legge nei terreni che sarebbero coperti sotto una soletta di cemento nel polo chimico di Bussi. Tra queste diverse sostanze tossiche e cancerogene. Per questi motivi Augusto De Sanctis, del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, torna sulla proposta Goio e dice che ”La proposta commissariale prevede nell’area denominata ex Medavox, all’interno del polo industriale, esclusivamente un intervento di impermeabilizzazione dell’area senza la bonifica dei terreni che, quindi, rimarrebbero coperti al di sotto di una soletta di cemento su cui verrebbe realizzato un nuovo opificio industriale”. De Sanctis spiega che ”Il Piano di caratterizzazione dell’area, presentato nel 2004 da Solvay a tutti gli enti coinvolti e aggiornato negli anni successivi, contiene l’esatta distribuzione della contaminazione dei suoli dell’area industriale di Bussi, attraverso lo scavo di decine sondaggi e piezometri e l’analisi su centinaia di campioni di suolo e di acqua di falda raccolti a diversa profondità – e poi prosegue – Per quanto riguarda l’area Medavox indicata dal Commissario delegato Adriano Goio il piano individua superamenti dei limiti di legge per i terreni per dieci parametri: cloroformio; tricloroetilene, mercurio, benzene, xilene, toluene, sommatoria aromatici, idrocarburi pesanti, idrocarburi leggeri e cloruro di vinile. Su 11 sondaggi realizzati nell’area, 8 presentano almeno un superamento dei limiti di legge per i terreni, dalla superficie fino a 11 metri di profondità. Il mercurio è presente con valori anche 16 volte la soglia indicata dalla legge per le are industriali. Il benzene mostra un superamento di 23 volte”. Quindi per il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua “Sono terreni che presentano una contaminazione diffusa, in particolare da mercurio, solventi e idrocarburi, tutte sostanze estremamente pericolose. Rispetto alle soglie definite dal Decreto legislativo 152/2006 per le aree industriali per le diverse sostanze ci sono superamenti da 2 a 106 volte i limiti di legge, da 33 volte a 1596 se si prendessero in considerazione i limiti per le aree a verde, qualora con la bonifica si volesse dare un’altra destinazione, residenziale o a verde, al sito. E’ incredibile che a dieci anni dalla caratterizzazione dell’area e a sei dall’istituzione del Sito nazionale invece di parlare di bonifica siamo costretti a contrastare ipotesi inaccettabili come quella avanzata dal Commissario Goio. Tombare con cemento l’area significa rinviare sine die l’eliminazione delle fonti di contaminazione”’.