L’Aquila. Buco nei conti della sanità in Abruzzo: si profila la possibilità di un aumento dell’addizionale Irpef, che colpirebbe i cittadini con redditi superiori ai 28mila euro. L’aliquota potrebbe passare dall’attuale 1,73% al massimo consentito del 3,33%, portando a un incremento annuale delle tasse che varia da 60 a 1.152 euro, a seconda del reddito, e che sarebbe l’unica via per ottenere l’azzeramento del deficit della sanità.
Questo cambiamento renderebbe l’Abruzzo la seconda regione con l’imposta più alta in Italia, insieme a Lazio, Campania e Toscana, superando altre regioni come Liguria e Piemonte. Il capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, ha espresso preoccupazione per questa eventualità, definendola una “stangata” che colpirebbe i cittadini e denunciando i fallimenti della gestione sanitaria.
L’aumento dell’addizionale Irpef è visto come una misura necessaria per coprire un deficit sanitario stimato in 67 milioni di euro, in vista di un incontro con il Ministero della Sanità. Attualmente, l’aliquota per i redditi sotto i 28mila euro rimarrebbe all’1,73%, mentre per quelli superiori si applicherebbe il nuovo tasso. Le stime indicano che i redditi fino a 30mila euro subirebbero un aggravio di 30 euro all’anno, mentre quelli fino a 100mila euro arriverebbero a pagare fino a 1.152 euro. Non è possibile aumentare l’Irap, già al massimo, e i dirigenti delle ASL sono impegnati a trovare risparmi per ridurre il deficit. Tuttavia, il raggiungimento del pareggio di bilancio sembra difficile, e l’aumento delle tasse potrebbe diventare l’ultima risorsa per affrontare la situazione finanziaria della sanità abruzzese.