Pescara. Al di fuori dalle quote stabilite dal decreto flussi, è consentito “l’ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato allo straniero residente all’estero che completa un corso di formazione professionale e civico-linguistica, organizzato sulla base dei fabbisogni manifestati al Ministero del lavoro e delle politiche sociali dalle associazioni di categoria del settore produttivo interessato”.
E’ una delle misure contenuta nella bozza di decreto legge oggi all’esame del cdm di Cutro. I lavoratori sono ammessi al corso se non sono state acquisite dalla questura le informazioni relative ad elementi ostativi . La domanda di visto di ingresso è presentata, pena la sua decadenza, entro sei mesi dalla conclusione del corso ed è corredata dalla conferma della disponibilità ad assumere da parte del datore di lavoro. Il ministero del Lavoro può promuovere “la stipula di accordi di collaborazione e intese tecniche con soggetti pubblici e privati operanti nel campo della formazione e dei servizi per il lavoro nei Paesi terzi di interesse per la promozione di percorsi di qualificazione professionale e la selezione dei lavoratori direttamente nei Paesi di origine, che potranno fare ingresso in Italia”.