Cambiano i criteri di calcolo del prezzo nella bolletta gas. Resa nota, venerdì scorso, dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera), la correzione di rotta a partire dal prossimo aggiornamento trimestrale delle utenze in tutela (circa 7,3 milioni di clienti domestici su un totale di 20,4 milioni, il 35,6% circa), vale a dire dal 1° ottobre. In sostanza, nella fattura gas, il costo della materia sarà determinato in modo diverso da come avviene attualmente. E ciò, spiega l’Autorità, sia per prevenire gli alti rincari dei prezzi che, permanendo il metodo attuale, avrebbero colpito gli utenti finali, sia per assicurare la tenuta del sistema gas italiano.
Per comprendere cosa muterà nel computo, è necessario ricordare che nel prezzo corrisposto in bolletta possono essere ricomprese quattro grandi voci:
- la spesa per la materia gas, che comprende gli importi fatturati relativamente alle diverse attività svolte dal venditore per fornire al cliente finale il gas naturale ed è composto da una quota fissa e da una quota energia;
- la spesa per il trasporto e la gestione del contatore, nella quale sono incluse le voci a copertura delle diverse attività che consentono ai venditori di consegnare ai clienti finali il gas naturale;
- la spesa per gli oneri di sistema, necessaria a finanziare i costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema gas, pagati da tutti i clienti finali;
- le imposte, che ricomprendono gli importi legati all’imposta di consumo, all’addizionale regionale e all’imposta sul valore aggiunto.
Il cambio annunciato dall’Arera riguarda il calcolo della prima voce, relativa alla spesa per la materia gas e, in particolare, la cosiddetta componente Cmem, che corrisponde al costo previsto per l’acquisto del gas poi rivenduto ai clienti e che viene applicato al gas consumato (euro per standard metro cubo). In sostanza, l’Autorità ha deciso che la Cmem non sarà più definita prendendo come riferimento il cosiddetto Ttf, il principale mercato all’ingrosso per lo scambio del gas, ma il Psv italiano, punto di scambio virtuale, corrispondente all’indice del prezzo gas nella penisola.
Spiega Stefano Besseghini, numero uno di Arera, che, in tal modo, “non saranno trasferiti al consumatore i costi di copertura del rischio, ma saranno trasferiti i vantaggi derivanti da eventuali decisioni, come il tetto al prezzo del gas, che si dovessero assumere a livello europeo”.
Il nuovo metodo resterà in vigore fino al termine della tutela gas, attualmente previsto a gennaio 2023 e il valore della componente materia prima verrà pubblicato sul sito dell’Autorità all’inizio di ogni mese successivo a quello di riferimento. L’Arera ha inoltre fissato maggiori obblighi di trasparenza a carico dei venditori, che saranno tenuti a fornire agli utenti il massimo ragguaglio in caso di ricalcoli dei prezzi rispetto a quanto precedentemente fatturato, sia nella bolletta che sul sito web, creando allo scopo una specifica sezione.